L'energia? Va tenuto tutto sotto controllo

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Le immagini che scorrono sulla lavagna luminosa evidenziano bene non solo l'imponenza della struttura ma anche la sua importanza sul mercato. I ragazzi dell'istituto Curie...

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Le immagini che scorrono sulla lavagna luminosa evidenziano bene non solo l'imponenza della struttura ma anche la sua importanza sul mercato. I ragazzi dell'istituto Curie di Napoli che partecipano al progetto «Studiare l'impresa, l'impresa di studiare» stanno verificando che il terminale di Napoli rappresenta un asset strategico per Kuwait Petroleum Italia (Q8), che grazie alla sua straordinaria capacità logistica copre circa il 60 per cento della propria domanda totale di mercato. Tocca a Marco Cappuccio, manager depositi di Napoli; a Domenico Esposito, coordinatore operazioni, e a Luigi Perna, responsabile amministrazione e relazioni industriali, illustrare le figure professionali, fra le tante impiegate nel deposito Q8 napoletano, quelle che potrebbero avere interessanti possibilità occupazionali: operatore di deposito e addetto alla manutenzione.


Ed ecco subito la domanda di Daniele Punzo e Vincenzo Priore: quale titolo di studio è richiesto per entrambe le posizioni? È evidente che si può fare a meno del latino, occorre un diploma di istruzione secondaria, preferibilmente in materie tecniche, proprio come quello rilasciato dal Curie. Ma cominciamo con la prima qualifica: Alessandro Gargiulo e Lorenzo Arcopinto vorrebbero saperne di più sul ruolo e sulle mansioni. L'operatore di deposito, si fa rilevare, esegue le operazioni di campo connesse all'intero ciclo delle attività del Deposito: dalla ricezione del prodotto allo stoccaggio e alla sua movimentazione fino alla caricazione sulle autobotti. Una gran parte delle mansioni riguardano la sicurezza alla quale la Q8 dedica un'attenzione particolare. Tra le altre cose, infatti, l'operatore di deposito insieme alla sua squadra si occupa della gestione del sistema antincendio, della messa in sicurezza delle apparecchiature oltre ad eseguire controlli sui macchinari.

Raffaele Guadagnuolo e Giorgio Liguoro sembrano particolarmente interessati a saperne di più sul versante della manutenzione. Eccoci, allora, all'addetto alla manutenzione che è responsabile delle attività ordinarie e straordinarie che garantiscono la continua efficienza di tutti gli impianti e delle attrezzature. Si può verificare, chiedono Eugenio Amato e Antonio Esposito, la sua giornata lavorativa? È una giornata intensa perché l'addetto alla manutenzione deve stare all'erta su diverse cose: controlla i lavori affidati alle ditte specializzate assicurandone la corretta esecuzione; segue i controlli e le verifiche di legge su apparecchiature e attrezzature, a cominciare dalla manutenzione e, quindi, dall'efficiente funzionamento dei complessi impianti antincendio;garantisce il funzionamento degli impianti ausiliari.


Ma in che misura la professionalità di tutte le figure che lavorano al Deposito di Napoli vengono supportate da aggiornamenti? L'investimento che l'azienda fa in termini di formazione, viene evidenziato, è ingente. In pratica si comincia già al momento dell'ingresso: circa 100 sono le ore per l'addestramento sull'organizzazione del deposito, sulla gestione delle emergenze, delle attività operative vere e proprie e,in particolare, sulle tematiche che riguardano il rispetto e la tutela dell'ambiente. E naturalmente si tratta solo dell'inizio di un percorso che non prevede soste durante la carriera lavorativa: oltre 40 sono le ore che annualmente sono dedicate ai soli corsi tecnici e specialistici. Obiettivo: garantire al personale «il mantenimento e il miglioramento delle conoscenze necessarie per lavorare all'interno di un sito complesso ma non complicato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino