Fincantieri, i piccoli dettagli che rendono grandi le navi

Fincantieri, i piccoli dettagli che rendono grandi le navi
L'apparato motore di una nave spesso è alto come un palazzo di 3-4 piani e va posizionato in un preciso momento della costruzione. Gli studenti dell'Istituto...

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L'apparato motore di una nave spesso è alto come un palazzo di 3-4 piani e va posizionato in un preciso momento della costruzione. Gli studenti dell'Istituto tecnico nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento a confronto con i tecnici dello stabilimento Fincantieri di Castellammare. Un interesse straordinario quello della IV B Macchine, testimoniato dalle tantissime domande rivolte a Francesco Polizzi, responsabile qualità, e a Salvatore Maresca, supervisore degli apparati motore. I ragazzi hanno seguito attentamente le spiegazioni sulle varie fasi della costruzione, la consegna di ogni pezzo all'armatore che avviene dopo attente verifiche anche degli enti certificatori nel caso in cui si tratti di apparati che riguardano la sicurezza. E poi l'aiuto, oggi indispensabile, della progettazione in 3D che facilita la selezione dei vari interventi, consentendo anche di estrapolare dai progetti complessivi un apparato, un impianto, un dettaglio della nave. E poi la sequenza, la necessità di completare gli impianti dei sottofondi prima di chiudere le paratie. Così come l'importanza primaria di garantire la massima sicurezza sul lavoro. E quindi la consegna e il controllo che tutti i componenti o pezzi in cui è divisa la costruzione, rispettino le specifiche previste dai contratti. Insomma procedure complesse, tutte mirate alla massima soddisfazione dell'armatore.

«Complessivamente - ha chiarito Polizzi - la costruzione di una nave si articola su tre grandi aree, i motori, gli impianti, l'alberghiero. Nello specifico si va dal montaggio dei tubi, alla sistemazione delle macchine, allo startup impianti fino ai test di collaudo». Con Fincantieri, naturalmente, lavorano anche tante ditte esterne tra cui quelle specializzate che forniscono apparati singoli. «Questi - ha spiegato ancora Polizzi - arrivano dopo una gara d'appalto a cui possono partecipare fornitori qualificati. Poi segue l'assegnazione della gara in cui sono previsti precisi termini per la consegna». E ancora: squadratura, posizionamento dei basamenti pronti a ospitare i motori. Maresca ha spiegato nel dettaglio queste singole fasi soffermandosi in particolare sulla precisione con cui bisogna lavorare. «Quando le gru calano i motori, devono trovare una base di posizionamento perfetta, devono coincidere anche i buchi dove stringere viti e bulloni».

Sono state queste materie che hanno monopolizzato gli interessi dei ragazzi che hanno subito lanciato una raffica di domande. Bernardo Ciaravola, Giovanni Gargiulo, Francesco Rosanova, Giannicola Perito, Aniello Montuori, Salvatore Esposito, Davide De Martino, Natale Gentile e anche tutti gli altri hanno spaziato con domande sulle nuove alimentazioni, sugli enti di classifica, sullo stato dell'arte per quanto riguarda l'elettrificazione delle banchine, i nuovi materiali, i tipi di saldatura, l'organizzazione interna di un cantiere navale. Tutte domande interessanti con un unico comune denominatore, la transizione ecologica, la necessità di salvaguardare l'ambiente, gli esperimenti in corso, che Fincantieri porta avanti proprio a Castellammare, con il prototipo Zeus che dovrà testare la propulsione ad idrogeno.

E le risposte sono arrivate precise e puntuali. «Zeus - ha detto Polizzi - avrà il compito di fornire i primi dati utili per elaborare, dopo le dovute proporzioni, un progetto per far navigare una nave con la propulsione a idrogeno. È evidente che siamo alla fase embrionale. L'industrializzazione dell'idrogeno per la propulsione navale potrà avvenire solo quando la tecnologia consentirà di abbattere i costi e rendere competitivo questo propellente». E poi la sicurezza. «I risultati tecnici - ha chiarito Maresca - devono marciare di pari passo con le necessarie garanzie di sicurezza. Si tratta di un mondo in rapida evoluzione che Fincantieri sta sperimentando mettendo a confronto su Zeus tre tipi di alimentazione contemporaneamente».

Per quanto riguarda i nuovi materiali, Maresca ha illustrato i vantaggi dell'utilizzo del Cunifer, una lega che offre le stesse garanzie dell'acciaio con pesi notevolmente più bassi. «Le saldature in ambiente protetto - ha detto - offrono la garanzia di una buona protezione anche contro l'ossido o la ruggine». Particolarmente apprezzata dai ragazzi anche la dettagliata spiegazione sui tipi di saldature che si effettuano su una nave, sulla specializzazione che bisogna avere per effettuare un tipo specifico di saldatura, sulle specifiche tecniche che una saldatura deve avere per essere validata in sede di certificazione. Ogni aspetto che riguarda la sicurezza della nave infatti deve essere certificato: oltre al Rina c'è il Bureau Veritas, il Lloyd e via di seguito. 

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Il Mattino