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Il primo incontro di Adriano Pappalardo con Lucio Battisti? Nel 1970. Bastò una semplice canzone (Yesterday) cantata nemneno tutta per convincere il maestro. E fu lo stesso Battisti a insistere sul suo nome e cognome. Senza nome d'arte. A Mogol piaceva Adrian Peppart.
Al Corriere della Sera si risente la voce urlante di Adriano Pappalardo. Una voce nata all'età di 14 anni. «Quando dissi a mio padre Giuseppe, elettricista, che volevo cantare, rispose: “Mi prenderà in giro tutto il paese”. Facevo il liceo classico con la media del sei, a parte 4 in condotta e 8 in greco.
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L'amicizia con Battisti
Il primo successo arriva nel 1972 al Festivalbar con È ancora giorno di Mogol-Battisti. «Si piazzò seconda in una hit parade piena di brani di Battisti, dietro a I giardini di marzo. E Lucio: “A’ Pappafì, mica vorrai arrivare primo eh?”».Furono inseparabili. «Andavamo a fare surf a Bracciano, lui era bravo, ma restava sempre vicino alla riva. Un giorno gli proposi di arrivare ad Anguillara. “Sei matto?” Aveva paura che cadessi e affogassi. Ce l’abbiamo fatta. E non l’ho mai visto così felice». Poi lo convinse anche a correre.
Due grandi amici di oggi. Uno è Antonello Venditti, l'altro Renato Zero: «A una presentazione per la stampa arrivò questo tizio vestito di pizzo, lo guardavano tutti ridendo. Mi si avvicinò al trucco. “Ciao, mi chiamo Re- nato, sono un tuo ammiratore facciamo una foto insieme?”. Da allora diventammo amici».
Il suo più grande successo però è Ricominciamo. Un successo nato dalla rabbia. «Era il 1979, venivo da quattro anni di insuccessi, non mi voleva più nessuno. C’era questa musica. Luigi Albertelli mi chiese: “Cosa vorresti dire?”. “Vorrei aprire una finestra e mandare tutti affan...o”». Detto fatto... «Ho venduto 5 milioni di copie. Con la versione spagnola Recomencemos ho battuto pure Julio Iglesias».
La lite in tv
Capitolo chiuso con la televisione? «Non mi piace più, - risponde sempre al Corsera - ci sono solo reality e altre putt...e». Storica ma contro producente per lui la litigata con Antonio Zequila a “Domenica In: «Fu colpa sua, urlò che voleva tagliarmi la gola. E di Mara Venier, che lo lasciò fare per il 25 per cento di share. Io ho avuto il meglio, con Baudo e la Carrà. Faccio solo quello che mi va. Ma ai miei concerti è pieno di ragazzini».
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