Anche Asia accusa Weinstein: «Un incubo, avevo paura di lui»

Anche Asia accusa Weinstein: «Un incubo, avevo paura di lui»
C'è anche un'attrice italiana nell'elenco delle donne che accusano di stupro il magnate di Hollywood Harvey Weinstein. Asia Argento lo racconta al «New...

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C'è anche un'attrice italiana nell'elenco delle donne che accusano di stupro il magnate di Hollywood Harvey Weinstein. Asia Argento lo racconta al «New Yorker» parlando di «un trauma orribile» e di sensi di colpa incancellabili: «Da quel giorno, quando lo guardavo negli occhi, mi sentivo debole. Dopo la violenza lui aveva vinto».

 

I fatti risalirebbero al 1997, quando Asia aveva 21 anni. E sarebbero avvenuti in una suite dell'Hotel du Cap, in Costa Azzurra, dove l'attrice che aveva una parte in «B. Monkey» era stata invitata ad un party della Miramax, la società di Weinstein e di suo fratello Bob. Ma in quella stanza d'albergo non c'era nessun party. Solo il produttore in accappatoio che le chiese di fargli un massaggio e poi la costrinse a un rapporto orale. «Mi terrorizzava, era un uomo troppo grosso per me. È stato un incubo», ha aggiunto l'attrice. «Non ho detto nulla finora perché avevo paura che Weinstein potesse distruggermi come ha fatto con molte altre persone. Che potesse rovinare la mia carriera».
L'attrice racconta di non darsi pace per quell'episodio: «Mi sono sentita responsabile. Se fossi stata una donna forte gli avrei dato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l'ho fatto. È stato un trauma orribile». Dopo, i due avrebbero avuto rapporti sessuali consenzienti, ma «non sani», per un paio di anni: «Sembrava ossessionato da me, mi faceva molti regali costosi». Ora Asia affida i propri stati d'animo di donna ferita ai social e su Instagram posta una scena del suo film «Scarlet Diva» in cui ricostruisce passo dopo passo quello stupro. Scrive: l'ho girata nel 1999 e all'Ansa manda un sms per confermare la confessione: «È tutto vero, tutto scritto sul New Yorker. Ora lasciatemi in pace».

È una valanga, quella che travolge in queste ore uno dei produttori più potenti di Hollywood, licenziato su due piedi dalla sua stesa società. Tra le altre testimonianze raccolte dal «New Yorker» ci sono quella del premio Oscar Sorvino e della cantante Lucia Evans, di Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow, che raccontano di essere state molestate quando erano giovani e sconosciute starlette, dell'ex finalista di Miss Italia Ambra Battilana Gutierrez, il cui nome assurse agli onori della cronaca anche nello scandalo dei festini di Arcore.


Da Weinstein, finanziatore di diverse campagne democratiche per le presidenziali, prende le distanze Hillary Clinton: «Sono scioccata e sconcertata dalle rivelazioni, il comportamento descritto dalle donne che si sono fatte avanti non può essere tollerato», dice l'ex first lady. E contro il mogul si scaglia anche l'ex amico George Clooney: «È indifendibile», ha ammesso allungando la lista di celebrity che hanno preso posizione contro il produttore. Il divo, legato a Weinstein da un'amicizia ventennale, gli deve i primi successi da attore e da regista, ma questo non basta a farlo tacere, come ha spiegato al «Daily Beast»: «Harvey lo ha ammesso ed è indifendibile. Lo conosco da vent'anni. Ho avuto la mia svolta da attore con Dall'alba al tramonto e come regista con Confessioni di una mente pericolosa. Abbiamo fatto cene assieme, viaggiato e anche discusso, ma posso dire che non ho mai visto questi comportamenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino