Andrea Bocelli a Uà con Baglioni: «Ero timido, se non mi ascoltavano ero più contento»

Andrea Bocelli a Uà con Baglioni: «Ero timido, se non mi ascoltavano ero più contento»
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«Quando le coppiette si trovavano suonavo Per Elisa al piano bar. Dovevo imparare tante canzoni a memoria, mi dissero che ne dovevo imparare almeno quattrocento. Tante le ho imparate, altre volte avevo gli amici che mi facevano da gobbo» racconta Andrea Bocelli seduto al pianoforte davanti a quello di Claudio Baglioni a

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«All'epoca ero molto timido, se non mi ascoltavano ero contento, ero rilassato» confessa il tenore, ricordando le origini della sua carriera musicale, seduto in un pianobar a memorizzare testi e melodie. «Facevo anche cose più impegnative, riprendevo tutti i cantanti che potevo» commenta Bocelli facendo scorrere le dita sui tasti bianchi. 

L'incontro fra i due procede in un dialogo senza parole, ma fatto di canzoni. Incredibile notare la sinergia fra loro, che davanti al pianoforte suonano con naturalezza estrema, portando avanti un dialogo emozionante.

Entra in scena poi Pino Insegno, che fa da direttore d'orchestra ai due, con un monologo sull'importanza della voce (essendo lui anche doppiatore), introducendo il duetto di Baglioni e Bocelli sulle note de La voce del silenzio di Massimo Ranieri. Bocelli saluta il palco così: «Cantavo ai miei filarini le tue canzoni, non mi sarei mai immaginato oggi di cantare qui con te»

 

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Il Mattino