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Tutta colpa di una zecca. La puntura del minuscolo artropode ha fermato la carriera di Delia Montebello, attrice nota in Abruzzo per il talento e le tante performance di cui è protagonista da 40 anni. Passione ed impegno donati non solo al palcoscenico, ma anche alle attività di insegnante di recitazione, organizzatrice di rassegne teatrali e segretaria dell'Ente Manifestazioni Pescaresi. Con la sua compagnia "I Falsi d'autore", l'artista ha tenuto spettacoli in tutta Italia, vari i progetti in corso.
Agli inizi del 2023 doveva debuttare nello spettacolo di un regista romano e, qualche mese dopo, in una pièce del pescarese Danilo Volponi ma la sfortunata casualità ha fatto scendere il sipario sui suoi programmi: la puntura della zecca ha deformato il suo viso, le ha tolto la parola costringendola a ricoveri in ospedale, lunghe cure, progressi a piccoli passi. E' lei stessa a raccontare la disavventura, attraverso parole non ancora del tutto articolate ma con la fierezza di potersi esprimere.
Zecche, si può morire per una puntura? Chi sono i soggetti a rischio e come difendersi
«Il 13 dicembre scorso mi sono recata in ospedale ad Ortona per analisi di routine, l'infermiera mi ha consigliato di farmi visitare in pronto soccorso.
Svelato il mistero, la paziente viene ricoverata nel reparto Malattie tropicali e sottoposta ad una terapia di cortisone, antibiotico, antivirali. La patologia è la borreliosi: «Una malattia solitamente trasmessa dalle zecche - spiega la Montebello - che a loro volta hanno ingerito sangue infetto di animali selvatici. Vivo in campagna, in una zona piena di cinghiali ed immagino che possa essere stato uno di loro, punto a sua volta, la causa della mia sventura». Dopo un mese di cure adeguate, i primi miglioramenti: «I sanitari mi dicono che sto recuperando velocemente - continua Delia -. Ora riesco a parlare ma ho difficoltà con la pronuncia delle parole, la mia voce non è la stessa di prima, mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Una fisioterapista e una logopedista bravissime mi stanno rimettendo in sesto. E' un percorso che dovrebbe portare alla guarigione completa ma la strada è ancora tortuosa. Da oltre due mesi non lavoro e sono demoralizzata, ma ringrazio mio marito, mio figlio, mia madre, mia sorella che mi sostengono psicologicamente perché è veramente dura». Immaginando il suo ritorno in scena, Delia Montebello allena la memoria: «A casa leggo tanti libri, non voglio perdere la capacità di ricordare. Mi piacerebbe scrivere una piéce sulla mia storia, ne ho già parlato con il regista Volponi, magari festeggerò il mio ritorno in teatro interpretando proprio me stessa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino