«Ho abbandonato l'isoletta felice delle mie vicende personali per raccontare il presente». Le riassume così, Dario Brunori, le linee guida che l'hanno...
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Nella scaletta del quarto lavoro da studio del cantautore calabrese è finita una lista di 12 inediti che ne hanno cambiato anche il modo di raccontare. «Non è stato facile cambiare prospettiva - ha commentato il cantautore - perché finora avevo usato il passato come forma di mediazione nel racconto. In questo nuovo lavoro, invece, non c'è intermediazione ma solo immediatezza nelle storie, con le quali ho affrontato anche molte paure». Le vicende raccontate da Brunori vanno da quelle di La verità, sorta di manifesto delle intenzioni di tutto il lavoro, fino a La vita pensata, passando per altre come L'uomo nero («la canzone più politica che abbia scritto»), Colpo di pistola, Secondo me e tutte le altre. «Questa volta - ha spiegato - ho cercato di mantenere una direzione ben precisa, anche affrontando gli argomenti più leggeri. Posso dire che è un album sentimentale con il quale racconto alcune delle cose che mi hanno provocato amarezza».
Considerato dallo scorso album (Vol.3 - Il cammino di Santiago in taxi) uno dei cantautori più interessanti di quelli emersi dalla cosiddetta scena musicale indipendente - quella che ha prodotto fenomeni come Calcutta, Dente e Thegiornalisti - Brunori non ha però ancora pensato a quello del Festival di Sanremo come un palco adatto a lui. «Non ci ho mai nemmeno provato a mandare una canzone - racconta - perché pur essendo una vetrina fondamentale, non so se sarebbe una strada giusta per uno come me, cresciuto con un percorso completamente diverso».
Dopo la pubblicazione dell'album e a partire dal 30 gennaio, Brunori comincerà anche una serie di incontri con gli studenti di alcuni atenei universitari, mentre il tour vero e proprio dedicato all'album A casa tutto bene, oltre che a qualche suo altro cavallo di battaglia, inizierà il 24 febbraio dal Pala Mostre di Udine. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino