Alle cinque della sera il sole picchia ancora forte, ma davanti al Palazzo del cinema la coda è chilometrica. Gran parte degli accreditati al Festival sta lì, in...
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«Di solito non ama guardarsi sullo schermo, ma oggi farà un'eccezione perché sa quanto ci teniamo, noi e voi» dice il direttore Fremaux. E l'intera sala Debussy, che di lì a qualche ora sarebbe stata evacuata per un allarme sicurezza durato una decina di minuti e dovuto, pare, al ritrovamento di uno zaino abbandonato, si alza in piedi facendo ala al passaggio del grande vecchio di Hollywood, applaudendo, fischiettando il leit motiv di uno dei suoi film più famosi, «Il buono, il brutto, il cattivo», riprendendolo con i cellulari mentre sale agile sul palco per un breve incontro con il pubblico. Oggi si concederà molto più a lungo agli appassionati del suo cinema potente e classico in un'attesissima masterclass e racconterà le tappe di una straordinaria carriera che lo ha portato dagli spaghetti western ai vertici della settima arte, ma il suo carisma è tale da trasformare anche una fugace apparizione in un evento mediatico capace di oscurare ogni altro rendez-vous con le star del tappeto rosso.
A Cannes il leggendario Clint è di casa, negli anni è venuto in concorso, ha vinto premi, è stato presidente di giuria e ospite d'onore. Ogni volta è una festa. Ormai, lo dice spesso, considera la Francia la sua seconda patria e conserva la Legion d'Onore tra le cose più care.
«Mi ha detto che dopo la strage del Bataclan la mostra spesso, e sempre quando si trova a Parigi», spiega Fremaux.
Il Mattino