Cannes, tre film italiani protagonisti alla “Quinzaine”

Una scena del film "Cuori puri" di Roberto De Paolis
Rivelata oggi a Parigi, dal delegato generale Edouard Waintrop, la selezione della 49ma edizione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes (18-28 maggio). Tre sono i...

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Rivelata oggi a Parigi, dal delegato generale Edouard Waintrop, la selezione della 49ma edizione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes (18-28 maggio). Tre sono i registi italiani in selezione: Leonardo Di Costanzo con “L’intrusa”, Roberto De Paolis con l’opera prima “Cuori puri” e Jonas Carpignano con “A Ciambra”. 

“L’intrusa” ha per protagonista Giovanna, fondatrice del centro “La Masseria” a Napoli, dove le mamme del quartiere portano i bambini per sottrarli al degrado e alle logiche mafiose. In quest’oasi cerca rifugio e ospitalità Maria, giovanissima moglie di un killer arrestato per l’omicidio di un innocente. Il film è scritto da Leonardo Di Costanzo, Maurizio Braucci, Bruno Oliviero ed è prodotto da Tempesta/Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, Amka Films Productions, Capricci.
“Cuori Puri” di Roberto De Paolis è invece la storia dell’amore di Stefano e Agnese, anime diverse chiuse in mondi diametralmente opposti. Per non perdersi, i due ragazzi dovranno rinunciare a tutto quello che hanno, compiendo scelte coraggiose e difficili. Il film è interpretato da Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce, ed è una produzione Young Films con Rai Cinema. 
In “A Ciambra” infine di Jonas Carpignano, i protagonisti sono attori non professionisti che interpretano se stessi, gli attuali abitanti della Ciambra, comunità rom stanziale di Gioia Tauro in Calabria. Il film è prodotto da Stayblack, Haut et  Court, DCM con Rai Cinema.
La selezione vede come film di apertura “Un beau soleil intérieur” di Claire Denis e come film di chiusura “Patti Cake$” di Geremy Jaspe. Gli altri titoli sono “Alive in France” di Abel Ferrara, “L’Amant d’un jour” di Philippe Garrel, “Bushwick” di Cary Murnion e Jonathan Milott, “The Florida Project” di Sean Baker, “Frost” di Sharunas Bartas, “I Am Not A Witch” di Rungano Nyoni, “Jeannette” di Bruno Dumont.

E, ancora, “La defensa del dragón” di Natalia Santa, “Marlina si pembunuh dalam empat babak” di Mouly Surya, “Mobile Homes” di Vladimir de Fontenay, “Nothingwood” di Sonia Kronlund, Ôtez-moi d’un doutè” di Carine Tardieu, “The Rider” di Chloé Zhaò, “West of the Jordan River” (‘Field Diary Revisited’) di Amos Gitai. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino