Carl Craig pazzo di Napoli: «Qui la gente è interessata all'elettronica»

Napoli capitale dell'elettronica. Parola di Carl Craig, "il Miles Davis della musica elettronica" come molti nel settore si sono abituati a definire l'artista di...

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Napoli capitale dell'elettronica. Parola di Carl Craig, "il Miles Davis della musica elettronica" come molti nel settore si sono abituati a definire l'artista di Detroit considerato uno dei pionieri della techno music.


Merito della due giorni partenopea che il deejay americano si è concesso per prendere parte al party a lui dedicato da Switch, il format del venerdì sera al Joia dove l'artista è stato raggiunto da migliaia di fan accorsi per lui da ogni angolo della Campania e non solo. 

«Napoli ha una grande energia e le persone sono davvero interessate»,  commenta infatti Craig nel backstage della serata che lo ha visto protagonista con Gianni Romano, Christian K ed Aüra Kriis, dopo aver trascorso la giornata tra le vie del centro cittadino, ospite di un albergo a pochi passi dal lungomare. Un parere da esperto del settore che trova conferma nei numeri delle serate techno, house e deep organizzate a Napoli e sempre premiate da un'affluenza con numeri da capogiro ed un pubblico trasversale.
 

«È stato stupendo - prosegue il dj parlando della serata - ci sono persone stupende qui ed un sacco di cose interessanti da vivere, l'interazione con la mia musica è stata perfetta, quindi sono contento».  
Con i suoi djset ricchi di influenze jazz, soul, deep house Carl Craig è ad ogg uno dei pochissimi deejay ad essersi esibito con un'orchestra, la Les Siècles Orchestra.
Grazie alle sue qualità di tastierista ha collaborato inoltre con i pionieri di quella che allora era l'embrione del genere che conosciamo oggi: Juan Atkins («The Originator») ma soprattutto Derrick May («The Innovator») furono i suoi primi mentori. Cruciale per l'incontro con la Techno di Detroit è stata poi l'assidua frequentazione del «Music Institute», di Chez Damier ed Alton Miller.


Nel 1995 il suo primo album a suo nome, «Landcruising», un concentrato di kraut rock, funkadelia, cosmic jazz robotizzato. Il successivo album «More Songs About Food And Revolutionary Art» (1997) supererà l'esordio e diventerà un punto di riferimento per l'intero movimento di musica elettronica così come, del resto, la raccolta dei BFC\Psyche "Elements 1989-1990" (1996) è un punto di riferimento per l'Intelligent Techno.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino