L'attesa è finita, il 3 aprile finalmente scopriremo se il Professore, sconvolto perché pensa che Lisbona sia stata uccisa, ritroverà quella...
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Nelle prime due stagioni, infatti, hanno fatto irruzione nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, a Madrid, stampato una quantità spaventosa di banconote per poi scappare col bottino: un furto perfetto, che non ha toccato altre tasche che quelle dello Stato, ma ha sconvolto le vite di molte persone, a cominciare dall'ispettrice Raquel Murillo (Itziar Ituño, attualmente in quarantena perché positiva al coronavirus) che si è innamorata del Professore, diventando Lisbona e affiancandolo nella terza stagione, in cui la banda ha dovuto abbandonare il proprio «buen retiro», che li vedeva sparpagliati per il mondo in isole paradisiache, quando Rio (Miguel Herrán) per amore di Tokyo (l'impulsiva sex-bomb Úrsula Corberó) aveva commesso un'imprudenza permettendo alla polizia di catturarlo. Per liberarlo i suoi amici hanno organizzato così un colpo ancora più audace: rubare l'oro della Banca di Spagna.
«Era necessario far uscire i personaggi dalla loro comfort zone», ricorda Álvaro Morte, «conoscendoli già volevamo portarli in situazioni totalmente diverse. Il Professore è un maniaco del controllo, ma ora ha una relazione d'amore, vive la sfida di condividere la vita con qualcuno e scopre che gli dà fastidio pianificare fianco a fianco con Lisbona».
«Abbiamo capito due cose: sarà il caos totale», hanno fatto sapere da Netflix, «come le persone chiuse in casa per l'emergenza coronavirus anche il Professore e i suoi sono bloccati all'interno della Zecca dello Stato in attesa». Le otto puntate della quarta stagione, in streaming dal 3 aprile su Netflix, riprendono i personaggi da dove li avevamo lasciati: sapremo così se Nairobi (Alba Flores), sia sopravvissuta al proiettile e come la cattura di Lisbona, che il Professore crede assassinata, possa destabilizzare i fragili equilibri della banda. In epoca di power girl e di #metoo l'evoluzione più significativa delle precedenti stagioni è quella di Mónica Gaztambide (Esther Acebo), la segretaria e amante del viscido direttore della Zecca di Stato, da cui attende anche un figlio. Nel corso della narrazione, si affranca da lui, si innamora di Denver (Jaime Lorente) e da ostaggio della rapina ne diviene artefice, assumendo il nome in codice di Stoccolma, ovviamente mutuato dalla Sindrome.
«Il mio è un personaggio molto legato ai sentimenti, le sue questioni personali la portano a cambiare vita e in questa quarta stagione sentirà ancora più forte il senso di responsabilità per la banda, dopo quello che è successo a Rio», anticipa la Acebo. Sul fatto che le donne in «La casa di carta» si dimostrino spesso più forti degli uomini che le circondano, l'attrice non ha dubbi: «La serie mostra donne con personalità e con interessi forti, che lottano per difendere i propri ideali. Nella nostra società le donne sono esattamente così e noi le mostriamo come sono. Purtroppo altrove questi aspetti sono messi in luce più raramente. Io comunque amo molto anche il personaggio di Lisbona, in cui credo si identifichino molte donne, perché è una figura femminile molto forte e con una grande carica emotiva».
Dal canto suo, il creatore della serie Álex Pina avvisa che «ci sarà un cambio di ritmo per i nuovi episodi. La narrazione sarà più lenta per aumentarne la drammaticità e permettere una maggiore focalizzazione sui personaggi e le loro vicissitudini». Insomma, nella quarta stagione il sentimento potrebbe diventare un elemento dominante e, possiamo scommetterci, una quinta stagione (magari sotto la forma di spin-off), già ci attende dietro l'angolo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino