Che la vita di Chester Bennington sia stata contrassegnata dagli abusi, dalle dipendenze da alcol e droga e dalla depressione, non è un mistero. Lo sapevano benissimo anche...
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Il Mirror ha raccolto le dichiarazioni del conduttore radiofonico Matt Pinfield, uno dei migliori amici di Chester Bennington che era stato contattato dal cantante appena tre giorni prima di impiccarsi nella sua casa di Los Angeles. Pinfield è ancora molto scosso: «Ci eravamo sentiti per concordare un'intervista in radio, lo avevo sentito molto sereno. La scorsa settimana aveva chiamato, videochiamato e inviato sms a tanti amici stretti e nessuno lo ha trovato triste, quindi è difficile credere che abbia deciso poi di suicidarsi. La depressione può portare a decisioni drastiche e tempestive».
Pinfield, come Chester, conosce bene i problemi delle dipendenze e della depressione. Nel gennaio scorso il conduttore radiofonico aveva deciso di farsi ricoverare in una struttura specializzata nella cura contro le dipendenze da alcol e droga. «Ricordo benissimo, e non dimenticherò mai, gli auguri che mi aveva fatto Chester prima che entrassi in rehab», spiega l'uomo. La depressione del cantante dei Linkin Park, però, era solo latente: lo stesso Bennington, dopo l'uscita dell'album 'One More Light', confessò che fu quel disco ad aiutarlo a superare «il momento più buio di tutta la mia vita, in cui pensavo di essere m***a che vive in un mondo di m***a e circondato da persone di m***a». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino