Ma che bella coppia che sono Maria Pia e Ciccillo: lei, la De Vito, è la signora del canto jazz - ma non solo - italiano, lui Chico - Ciccillo in versione verace - Buarque...
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Perché Jobim, come Guinga («con cui e da cui tutto è cominciato»), Vinicius de Moraes, Egberto Gismonti sono tra i grandi coautori di queste perle preziose, colte e popolari, le radici nel Brasile, ma le ali oltre il samba-canzone. Ali che la vocalista usa per volare «rispettando non solo il senso, ma anche il suono del testo originale, sia pur con qualche licenza poetica concessami con il sorriso sulle labbra da un artista innamorato della pura musicalità della mia lingua natia».
Non ci sono «La banda» e «Oh che sarà», unici esempi del canzoniere hollandiano ad essere entrati nell’immaginario nazionale del Belpaese, ma ci sono «Voce voce» («E dimme»), «A volta do malandro» («’O ritorno d’’o jammone») e «Olha Maria» («Curre Maria»), ci sono storie di passione e ordinari drammi di sopravvivenza: «Qualche brivido, una furtiva lacrima», confessa l’uomo di Rio de Janeiro, «mi sono scappate nell’ascoltare la storia dello scugnizzo carioca in cui è stata trasformata ”’O mei guri”: mi sembra di vederlo correre sotto il Vesuvio». La distruzione di un amore scorre come in un film neorealista in «Facimmo ampresso» («Trocando em miudos»), «Teresinha» diventa «Teresella», «Agua e vinho» si fonde a «Voce ‘e notte», affinità e divergenze di cultura e melodia vengono esaltate sapendo che la diversità è valore e non peso. I tasti di Warren sono la base sicura di un canto lirico, rispettoso dell’arte della canzone come delle proprie origini jazz, ma mai stupidamente prigioniero della routine che spesso si coniuga con la prima né del bisogno di improvvisare ad ogni costo che accompagna il secondo.
Due sole, davvero, le critiche possibili: l’assenza delle traduzioni nel libretto del cd e di un concerto di presentazione a Napoli dopo i successi a Roma e Milano. Care istituzioni, cari manager, non sarebbe il caso di organizzarne uno, magari approfittandone per dare la cittadinanza onoraria al querido Chico/Ciccillo che dice: «Credo che tutte le grandi canzoni brasiliane andrebbero tradotte in napoletano»? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino