Addio a Jerry Jeff Walker, scrisse «Mr. Bojangles»

Jerry Jeff Walker
Ci sono artisti il cui destino è scritto, a volte confinato, in una canzone. È il caso di Jerry Jeff Walker (all'anagrafe Ronald Clyde Crosby), morto il 23...

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Ci sono artisti il cui destino è scritto, a volte confinato, in una canzone. È il caso di Jerry Jeff Walker (all'anagrafe Ronald Clyde Crosby), morto il 23 ottobre a 78 anni dopo una lunga battaglia con un cancro alla gola. Nato a Oneonta il 16 marzo 1942, nel 1942 esordì nella scena folk newyorkese del Greenwich Village negli anni 60, prima di spostarsi ad Austin e scegliere uno stile più country, lavorando al fianco di artisti come Willie Nelson, Guy Clark, Waylon Jennings, Townes Van Zandt. Nel fatidico 1968 scrisse «Mr Bojangles», canzone-capolavoro su un ballerino (il cui nickname, Bojangles appunto, era rubato da quello di Paul Robinson) da «minstrel show» e fiere di paese che scontava la sua ubriachezza dietro le sbarre. Nel 1971 il brano arrivò nella top ten americana grazie alla versione della Nitty Gritty Dirt Band, ma ad affrontarlo, nella sua grazia old time, nella sua nostalgica eleganza, sono stati in tanti, da Bob Dylan sino a Harry Belafonte, JJ Cale, Sammy Davis jr. (che ne fece una sorta di sigla personale), John Denver, Neil Diamond, Dolly Parton, Nina Simone, sino a Whitney Houston e Robbie Williams. Jerry Jeff ha girato in tour l'America sino a quando ha potuto, il suo country un tempo era definito «outlaw», fuorilegge, ora «alt», alternativo. Ha inciso decine di album (da solo, con i Circus Maximus, con la Lost Gonzo Band), macinato centinaia di concerti, Philip Glass l'ha citato (via «Mr. Bojangles», si intende) in «Einstein on the beach».


«Ho conosciuto un uomo, Bojangles/ e ha ballato per voi/ con le sue scarpe consumate/ con i capelli d'argento, una camicia stracciata/ e pantaloni larghi, la vecchia scarpa morbida/ saltò così in alto, saltò così in alto/ poi atterrò delicatamente». Danzala ancora, Jerry Jeff.
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Il Mattino