Claudio Cecchetto replica agli attacchi di Linus: «Io fesso? L'ho assunto io a Radio Deejay, era un mio dipendente»

Il fondatore dell'emittente ha risposto all'attacco dell'attuale direttore

Claudio Cecchetto è stato vittima di alcune frecciatine di Linus durante il programma radiofonico Deejay Chiama Italia. Il conduttore ha definito «poco...

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Claudio Cecchetto è stato vittima di alcune frecciatine di Linus durante il programma radiofonico Deejay Chiama Italia. Il conduttore ha definito «poco interessante» il documentario su Claudio Cecchetto, People from Cecchetto e ha rincarato la dose chiamandolo «fesso». il figlio Jody Cecchetto ha risposto immediatamente con un video su Instagram in cui ripercorreva le principali tappe della carriera del padre che «proprio un fesso non mi sembra». Ma adesso tocca a Claudio replicare al suo ex dipendente.  

«Linus era arrivato in radio nel 1984. L’ho assunto io e lo sottolineo. Linus era un mio dipendente. Nel 1995 arrivò il Gruppo L’Espresso con Carlo De Benedetti. Di fatto erano i miei antagonisti. Quando acquisirono al 50% la Radio, cominciarono a cambiare le regole del gioco. La mia mission era duplice, guidare la radio numero uno in Italia da una parte, scoprire e lanciare talenti dall’altra, ma nel complesso era di matrice artistica. Quella dell’Espresso, ovvero dei miei antagonisti, era fare un sacco pubblicità e fatturare», ha raccontato Claudio Cecchetto in una intervista al Corriere.

«Radio Deejay era la mia radio, fondata con i miei soldi, era ovvio che a quelle condizioni non potevo restare. In questo quadro come capita spesso quando cambiano le proprietà Linus decise di restare, divenne dipendente del Gruppo L’Espresso. Scelse di stare dalla parte del più forte. Ma non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti. Deve essere chiaro che questi attacchi sono partiti da lui. Non è nella mia indole attaccare nessuno». 

Cecchetto ha voluto rispondere anche alle critiche sugli ascolti del documentario: «Ma chissenefrega degli ascolti. Per me è stato come vincere l’Oscar, ero in prima serata su Rai 1. Quando sono entrato in Rai c’era l’indice di gradimento e non l’Auditel. L’indice di gradimento per me è ancora il metro di giudizio più valido. E quello del documentario è stato molto alto. E, lo sottolineo, non era un documentario su di me: c’erano gli 833, Jovanotti, Amadeus e Fiorello e poi Gerry Scotti. Anche Fabio Volo e Leonardo Pieraccioni, tanto per citarne alcuni. E poi Carlo Conti, amico e collega, anche lui talent scout, e tantissimi altri. Tutte persone per cui conta un dato di fatto: quando li ho lanciati ero convinto che avrebbero fatto strada. E intendo che l’avrebbero fatta nel corso negli anni e nei decenni fino ad ora. Non mi stupisco di nessun successo ottenuto anno dopo anno da questi grandi amici. E poi non scordiamoci della Deejay’s gang. Quando Linus attacca me, sminuisce anche Gerry Scotti, Jovanotti e Fiorello». 

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Il Mattino