Club Tenco, cantaNapoli tra eros e canzone d'autore | Video

Leopoldo Mastelloni al casinò di Sanremo
Nonostante i filmati alle spalle fossero più che espliciti, nonostante i versi di canzonio altrettanto crudi affidati a due lettori, nessuna concessione alla dilagante...

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Nonostante i filmati alle spalle fossero più che espliciti, nonostante i versi di canzonio altrettanto crudi affidati a due lettori, nessuna concessione alla dilagante cochonnerie tra le «Pazze idee» che il Club Tenco ha messo in scena al teatrino del casinò di Sanremo per riflettere sull’eros nella canzone d’autore, portando a casa la censura di Facebook al manifesto di Manara che citava Man Ray. Due concerti a tema, con canzoni scelte dal direttore artistico Enrico De Angelis. Repertorio d’antan per aprire le serate, con il delutente esordio del sanremese Freddy Colt e la Ziki-Paki Band nella prima, e la ben più travolgente Mauro Ottolini ini Smashing Triads nella seconda. Un occhio all’estero con i dirty blues affidati alla giovane irlandese Grainne Duffy, e la sensualità arabo-andalusa della spagnola Sensi.








Ma soprattutto tanta produzione italiana, cantautorale, ma non solo. Pietra Montecorvino la più sensuale tra «Nun te scurda’», «Comme facette mammeta» e la trasgressiva Patty Pravo di "Pazza idea" che ha suggerito il titolo alla rassegna; Paolo Pietrangeli il più ironicamente delicato con «Lo stracchino»; Leopoldo Mastelloni il più originale con la traduzione napoletana di «Più del tartufo sulle uova», anticipazione di un lavoro interamente dedicato a Mina in arrivo, e di «Padam padam» della Edith Piaf, oltre che con un doppio omaggio a Tenco e alla Zanicchi supernonna in calore di "Ti voglio senza amore"; i Perturbazione i più dolenti con «Cimiterotica» e «I baci vietati»; Musica Nuda i più osè, ma anche virtuosi (nel senso tecnico, non di astinenza carnale, però), con un brano dimenticato sulla condizione omosessuale di Alfredo Cohen); la Banda Osiris la più divertente con la dalliana «Disperato erotico stomp» e un «Don Giovanni» mozartiano alle prese con il catalogo... dell’Ikea.


A cotè i pomeriggi nel centro storico - il recupero del quartiere Pigna è cosa più che buona e giusta - con la passione napoletana di Monica Pinto, il Brassens tradotto dai Vietraverse e il Gaber latino di «Sexus et politica» affidato a Piji. E i soliti dopofestival goliardici: da ricordare almeno «Lusingame» divisa tra Staino e la Montecorvino e il duetto tra una scatenata Petra Magoni che per l’occasione aveva preparato anche il repertorio di Cicciolina, e Vanessa Tagliabue Yorke, voce-rivelazione della band di Ottolini. Un unico appunto: sul tema l’eros nella canzone d’autore dimenticare gli Squallor è reato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino