Corde Oblique, prove tecniche di progressive folk

Riccardo Prencipe, leader delle Corde Oblique
Al quinto album, il suono etereo delle Corde Oblique si definisce come una sorta di progressive folk. Nove brani, scritti dalla mente del progetto, il chitarrista Riccardo...

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Al quinto album, il suono etereo delle Corde Oblique si definisce come una sorta di progressive folk. Nove brani, scritti dalla mente del progetto, il chitarrista Riccardo Prencipe, più una rilettura per sei corde del tema del film «Requiem for a dream» ed un solo di violino di Edo Notarloberti, coinvolto tra le voci di Caterina Pontrandolfo, Annalisa Madonna, Daemonia Nymphe, Evi Stergiou e Spyros Giasafakis che fanno di «Per le strade ripetute» il disco più cantato della formazione napoletana che si è divertita ad incidere un paio di brani nel Tempio di Mercurio a Baia e a girare il videoclip del primo brano, «Averno», sul lago omonimo. Prencipe è anche storico dell’arte e le sue note, come i suoi testi, guardano alle memorie dell’antichità più che allo stress della post-modernità. Dediche a Saramago nascono, così, sulle strade del Miglio d’oro, ametiste d’amore scintillano sulle montagne irpine, i versi di Ungaretti risuonano tra le rovine di Paestum, le fontane della Reggia di Caserta dimenticano le brutture di cui sono circondate, «Ali bianche» si alzano dal Vesuvio dipinto da Scipione Compagno. Un disco colto, elegante, delicato. di testa, a cui manca, forse, un po’ di cuore, anzi di pancia. E qualche storia da raccontare.


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Il Mattino