Corrado Ardone attore, autore, regista, sceneggiatore sarà impegnato su più fronti nei prossimi mesi; sarà tra i protagonisti del film “Felicissime...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Al teatro si conferma la collaborazione con il teatro Sannazaro dove debutterà nei panni di Papele il 27 ottobre in “Festa di Piedigrotta” di Raffaele Viviani per la regia di Lara Sansone. Nello spettacolo Ardone interpreta Papele il ruolo che gli era già stato affidato in occasione di “Festa di Montevergine” e che era tanto caro all’autore, da chiamarlo con il vezzeggiativo del proprio nome, Raffaele. Papele non è solo uno scugnizzo, nell’intenzione dell’autore, Papele è lo sberleffo alle regole, alle istituzioni, è la libertà di chi vive la strada in maniera randagia. Papele è la pernacchia, il rifiuto, la satira pungente, l’attacco, rischioso per l’epoca, di quelle istituzioni che pavoneggiavano ricchezza e abbondanza, nascondendo invece le miserie che Viviani denunciava nei suoi testi.
Ardone, inoltre, firma e dirige il corto “Se mi uccidi… poi a chi picchi? Antonio & Lia” prodotto dalla Maxima film di Marzio Honorato che si fa promotore di una compagna per sensibilizzare le coscienze delle masse sul tema del femminicidio.
Il corto, interpretato da Rosalia Porcaro e Antoni Pennarella, racconta piccoli spaccati di vita quotidiana volti a creare violenze prima psicologiche, poi fisiche, sulla vittima (Lia) che tende sostanzialmente sempre a giustificare il coniuge (Antonio) fino ad andare incontro alla morte. Lo spirito drammaturgico del racconto è quello di raccontare tutto con un leggero sorriso ironico, paradossale, per certi versi grottesco, ma tristemente reale e riconoscibile nei fatti di vita quotidiana. Il montaggio video accompagna gradualmente la nevrosi, il disturbo mentale di chi, nella realtà, si convince che la propria compagna sia un oggetto di possesso o di cui rivendicarne la proprietà. Un pugno nello stomaco dello spettatore, con l’intento di svegliare la sensibilità delle donne a non farsi sopraffare già dai primi segnali di violenza, e suscitare negl’uomini il volersi sentire diversi dal meschino protagonista maschile. Lo spot conclude con un aforisma che ammonisce e ricorda che: “La violenza è l’ultimo stadio degli incapaci” Isaac Asimov.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino