Concerto e conversazione spassiunati per Paolo Conte a Napoli: l'avvocato cantautore si esibirà il 2 dicembre al San Carlo (già sold out da tempo) e il giorno...
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Innanzitutto il San Carlo, Conte: lo conosce, ci ha visto opere o concerti, è felice di suonarci?
«È un teatro magnifico, di infinita importanza storica. È un onore per me entrarci da protagonista».
Che concerto proporrà al pubblico napoletano?
«Un mix del mio repertorio vecchio e nuovo».
Possiamo sperare di trovare in scaletta qualcuna delle sue canzoni napoletane, che non sono poche, tra l'altro?
«A gentile richiesta della signora sovrintendente del San Carlo, sì».
Dovrebbe trattarsi di due pezzi incisi anche da Roberto Murolo, «Spassiunatamente» e «Ma si ta vo' scurda'», le più note tra le sue avventure in lingua partenopea, che donerà come rarità live al neonato Archivio digitale della canzone napoletana, che la Scabec sta per varare. Prima, però, sarà l'ospite d'onore di un convegno sulla melodia partenopea. Che cosa dirà?
«Più che altro ascolterò con grande attenzione le parole degli esperti. Ho molte curiosità in materia e penso farò loro un po' di domande».
È stato bello vederla di nuovo in tv. Si è divertito a «Maledetti amici miei», su Raidue tra Giovanni Veronesi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini?
«Credo di essermi mosso con più coraggio e beata verginità».
Che ricordi ha di Piero Ciampi?
«L'ho conosciuto di persona; era un poetico provocatore, dotato di una voce agra, molto suggestiva».
Oltre ai concerti niente da segnalare a chi la segue con passione, ai suoi ammiratori?
«Proprio in questi giorni la casa editrice Feltrinelli ha ripubblicato il mio lavoro Razmataz con il primo mio libro illustrato del 1989 fino al dvd del 2002».
A proposito, dipinge ancora? A che ora di solito si mette davanti a una tela? Quando preferisce dipingere?
«Sì, ogni tanto disegno e dipingo. Ultimamente faccio lavori informali, sempre preso da spiriti e demoni novecentisti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino