Anche l’Italia si prepara a celebrare i quarant’anni dalla morte di Elvis Aaron Presley, scomparso il 16 agosto 1977. A Senigallia quelli del «Summer...
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In attesa dei festeggiamenti americani, intanto, è appena uscito «A boy from Tupelo: the complete 1953-1955 recordings», la più ricca collezione di prime incisioni di Elvis mai compilata. Tre cd con tutti i master, e gli outtake, del periodo Sun Records, più performance dal vivo, registrazioni radiofoniche, i primi acetati autoprodotti («My happiness» e «That’s when your heartaches begin» incisi nel luglio del 1953 e «I’ll never stand in your way»/ «It wouldn’t be the same (without you)», registrati il 4 gennaio 1954), un’incisione appena rinvenuta e sinora inedita («I forgot to remember to forget», catturata al Louisiana Hayride, Shreveport, Louisiana, il 29 ottobre 1955) , un libretto di 120 pagine con foto rare e preziosissime note che scandiscono il sogno americano del ragazzo di Tupelo che poi sconvolgerà il mondo, non solo della musica. A completare l’operazione nostalgia e a complicare la vita ai collezionisti, c’è anche «A boy from Tupelo: the Sun masters», cofanetto di vinili 12’’: sempre sia lode a Sam Phillips certo, ma soprattutto alla chitarra di Scotty Moore e al basso di Bill Black .
La voce, per quanto immatura, è puro miele a stelle e a strisce: blues, pop, hillybilly, country e swing si (con)fondono nel calderone da cui verrà fuori il rock and roll, poi nulla sarà come prima, nemmeno Presley che, messo sotto contratto dalla Rca, diventerà uno degli artisti più importanti, e pagati, di tutti i tempi, il Re, ancora oggi un mito. Che per qualcuno è ancora vivo, ma quella è un’altra storia, sospesa tra leggenda e fake news. Ai re succede.
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Il Mattino