Le «avverse condizioni atmosferiche» hanno costretto a rimandare a mercoledì 14 settembre,sempre alle 16, il terzo concerto al tramonto sul Vesuvio di...
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«Onofrio Piccolo, il direttore artistico di quello che rimane l’unico vero festival jazz campano, mi ha invitato, mi ha dato carta bianca, mi ha voluto sulla pedana ad alta quota e poi di nuovo per un bis a Pomigliano, che resta il vero cuore della manifestazione. Sul Vesuvio, per una performance-cerimonia devozionale molto evocativa, ho voluto con me Ashraf Sharif Khan, virtuoso pakistano del sitar, Rino Zurzolo, contrabbassista-colonna portante del neapolitan power, e il chitarrista Gianluigi Di Fenza, che mi segue da tempo. Il cattivo tempo di oggi ci ha costretto a rimandare, ma la festa sarà grande, lo prometto», continua Avitabile: «La mia idea di jazz è molto vicina ad un minimalismo espressivo, a un’estrema riduzione degli schemi tecnici, a na libertà compositiva ed esecutiva estrema: combinazioni spesso atonali e prive di una struttura musicale armonicamente definita, cambiamenti progressivi quasi impercettibili ed apparentemente statici, ripetizioni e sovrapposizioni ritmiche di cellule melodiche... Come nelle arti figurative c’è il il recupero del segno, così nella musica si va verso un recupero del suono. Elementi provenienti dal jazz e dalle nostre radici napoletane, dalla poliritmia africana, araba e indiana, in sintonia con il carattere modale di questa musica creano un effetto di comprensione sottile. Ripenso a Coltrane, a quello che ci ha insegnato con “A love supreme”».
Il secondo appuntamento vedrà Enzo domenica 18 con l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja al Parco delle Acque di Pomigliano d’Arco: «Non sarà un concerto di pezzi miei, ma una sorta di viaggio nella mia autobiografia musicale. Insieme con “Soul express” e “Maronna nera”, passeremo dal Pino Daniele di “Yes I know my way” al Duke Ellington di “Caravan”, dal James Brown di “It’s a man’s man’s man’s world” e “Sex machine” a “Thalassa cardia”, un brano in greco». E lo scat jazz diventerà rap, anzi scoprirà di essere stato rap ancor prima che nascesse il genere.
Aperto ieri da Jeff Ballard a Sirignano (Avellino), il festival andrà avanti sino al 24 settembre, proponendo anche - come ormai è d’obbligo per avere accesso a finanziamenti regionali per cui evidentemente la musica non è sufficientemente importante - itinerari enogastronomici, spettacoli per bambini, itinerari turistici. In programma: la presentazione di «Vesevus» del Solis String Quartet con Luca Aquino e Gianluca Brugnano ai conetti vulcanici del Carvanone, sul versante settentrionale del Monte Somma (l’11); il compositore norvegese Bugge Wesseltoft con Christian Prommer tra elettronica e post-jazz (il 17); Richard Galliano alle basiliche paleocristiane di Cimitile con il New Musette Quartet per l’anteprima del nuovo album in uscita in autunno (il 20); Ornella Vanoni in «Free Soul» tra bossa nova, jazz e canzone d’autore all’anfiteatro romano di Avella con Roberto Cipelli al pianoforte, Bebo Ferra alle chitarra e Piero Salvatori al violoncello (il 23). E, ancora: i Loco Ironico guidati dal chitarrista Joe Cang e dal pianista e producer Matteo Saggese, il Marco Zurzolo quartet, il Trio di Salerno, il Bardaro-Villani quintet, il Dea Trio, Franco Piccinno, l’Armanda Desidery trio... Ottaviano, Ercolano, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia e Terzigno gli altri comuni toccati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino