Eredità Sordi. Parla l'autista: «Se fosse vero vi chiamerei dai Caraibi...»

Arturo Artadi, autista di Alberto e Aurelia Sordi
ROMA - “Aurelia è sempre stata bene, era lucidissima con noi. Le donazioni sono state fatte a novembre nel 2012, nel 2012 la signorina Sordi ha incontrato...

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ROMA - “Aurelia è sempre stata bene, era lucidissima con noi. Le donazioni sono state fatte a novembre nel 2012, nel 2012 la signorina Sordi ha incontrato tantissima gente che verrà a testimoniare. La signorina Aurelia ha incontrato tanta altra gente anche nel 2013”.

Arturo Artadi, per venticinque anni autista di Alberto e Aurelia Sordi, difende negli studi di Domenica Live la legittimità delle donazioni fatte in suo favore e di altri domestici della famiglia, dopo le denunce dei parenti, ribadendo che la signorina Aurelia fosse perfettamente in grado di intendere e volere. A breve, il processo. Intanto, però, del caso e dell'eredità contesa si parla ancora una volta in studio, riportando pure le testimonianze di amici, come Carlo Verdone che, dopo averla incontrata a dicembre 2012, ammise di aver avuto difficoltà per farla rispondere in modo pienamente lucido alle domande dell’intervista per il documentario su Alberto.
“Io sono stato con Alberto fino alla morte - dice l’autista - Sono stato con lui giorno e notte. Ero l’unico che andava in clinica a trovarlo. La signorina Sordi non andava perché Alberto non voleva che si preoccupasse. La signorina Sordi mandava me. Quando è morto l’ho vestito io”.
L’autista peruviano ribadisce che non ha mai visto parenti di Sordi.
“Avete mai sentito Alberto Sordi nelle migliaia di interviste parlare dei parenti?”, domanda a Barbara D’Urso.
I parenti sostengono che lui abbia isolato Aurelia Sordi.
“Isolata? Ha incontrato 200 persone ed era isolata? Il 15 febbraio 2013 siamo andati a Villa Borghese ed era isolata? Se avessi voluto isolarla, l’avrei portata in Perù”.
Artadi ribadisce più volte di essere in studio per parlare, non per interagire con altri, quindi non risponde a nessuno dei parenti di Sordi presenti.
“Se questi signori vogliono impugnare il testamento, lo facessero pure. Però basta dire cose brutte su di me. Parlano tutti di 2,5 milioni di euro, ma se li avessi non sarei qui. Barbara, ti chiamerei dai Caraibi”
L’autista parla poi dei suoi progetti futuri:
“Io vorrei fare altre cose su Alberto, anche con te Barbara se me lo permetti, e con l’associazione del mio amico dedicata a Sordi”.
“Mi conosceva l’autista, ha detto una bugia”, dice Renato, cugino di Alberto Sordi.

“Lui dice che il gip ha rigettato le accuse - aggiunge un altro dei cugini - La Cassazione ha annullato il provvedimento del gip, tanto è vero che l’autista è stato rinviato a giudizio per circonvenzione di incapace”.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino