«Crater è il nome di una costellazione debole e incerta, invisibile perché estremamente luminosa. Crater sfavilla e non si vede, è percepibile a fatica...
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«È vero che canto, è vero che i miei genitori hanno una bancarella di peluche e che ho questa passione da quando ero piccola - dice Sharon - La finzione è nel personaggio. Nella realtà sono una ragazza vivace, molto umile e sorridente, invece nel film sono un'altra persona. È finta anche l'ossessione che mio padre ha su di me». I due registi, che finora hanno prodotto documentari ci hanno messo molto tempo per realizzare il film. «Volevamo lasciare quello che loro avevano dentro e semplicemente trasformarglielo - ha detto Luzi - Non volevamo stravolgerli. È vero i personaggi sono di finzione ma non la loro intimità. Sharon ci dice sempre che le abbiamo insegnato la tristezza».
I due registi hanno curato tutto nel dettaglio, dalla fotografia al montaggio, dalle riprese alla sceneggiatura scritta proprio con il contributo di Rosario. Ne viene fuori una bella storia di riscatto e di amore paterno che trasuda nella fatica di Rosario nel mettere insieme i soldi per aiutare la figlia a sfondare nel mondo dello spettacolo. «Abbiamo visto Rosario calpestare il suo cielo come un soldato il campo di battaglia, e imbracciare Sharon come arma solitaria e finale - dicono Luzi e Bellino - Abbiamo scelto di stare con loro, attaccati alle loro vite, alla guerra dichiarata per costrizione e conservazione, nobile nelle intenzioni e beffata nell'effetto. E Rosario e Sharon hanno scelto di stare con noi, giocando la sfida di reinventare la propria vita». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino