Esordio al cinema di Luzi e Bellino: «Il Cratere», storia di un riscatto

«Crater è il nome di una costellazione debole e incerta, invisibile perché estremamente luminosa. Crater sfavilla e non si vede, è percepibile a fatica...

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«Crater è il nome di una costellazione debole e incerta, invisibile perché estremamente luminosa. Crater sfavilla e non si vede, è percepibile a fatica e per una sola stagione. Di notte, in primavera e solo dal sud del mondo». Luca Bellino e Silvia Luzi riassumono così «Il Cratere», il loro film di esordio al cinema che ha già fatto incetta di premi. Tokyo International Film Festival e in anteprima alla scorsa Mostra di Venezia sono solo i primi riconoscimenti che ha avuto il film che ritrae con delicatezza uno spaccato di vita vera napoletana. Protagonisti Sharon e Rosario Caroccia, padre e figlia nella vita e sul set. La particolarità è che nessuno dei due è un attore professionista. Tutto il film ruota attorno ai due, al loro rapporto e alla voglia di riscatto di Rosario, venditore ambulante di peluche, che vuole un futuro migliore per la propria figlia. Lo fa coltivando quasi ossessivamente le doti canore di Sharon, aspirante neomelodica.

 
«È vero che canto, è vero che i miei genitori hanno una bancarella di peluche e che ho questa passione da quando ero piccola - dice Sharon - La finzione è nel personaggio. Nella realtà sono una ragazza vivace, molto umile e sorridente, invece nel film sono un'altra persona. È finta anche l'ossessione che mio padre ha su di me». I due registi, che finora hanno prodotto documentari ci hanno messo molto tempo per realizzare il film. «Volevamo lasciare quello che loro avevano dentro e semplicemente trasformarglielo - ha detto Luzi - Non volevamo stravolgerli. È vero i personaggi sono di finzione ma non la loro intimità. Sharon ci dice sempre che le abbiamo insegnato la tristezza».


I due registi hanno curato tutto nel dettaglio, dalla fotografia al montaggio, dalle riprese alla sceneggiatura scritta proprio con il contributo di Rosario. Ne viene fuori una bella storia di riscatto e di amore paterno che trasuda nella fatica di Rosario nel mettere insieme i soldi per aiutare la figlia a sfondare nel mondo dello spettacolo. «Abbiamo visto Rosario calpestare il suo cielo come un soldato il campo di battaglia, e imbracciare Sharon come arma solitaria e finale - dicono Luzi e Bellino - Abbiamo scelto di stare con loro, attaccati alle loro vite, alla guerra dichiarata per costrizione e conservazione, nobile nelle intenzioni e beffata nell'effetto. E Rosario e Sharon hanno scelto di stare con noi, giocando la sfida di reinventare la propria vita». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino