Lo avevano annunciato e ieri sera, in una puntata choc, le «Iene» sono tornate sul caso del «Weinstein italiano». Questa volta, facendo il nome del...
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Dopo che il suo nome era finito sui giornali, il regista aveva categoricamente smentito ogni addebito: «Mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi» aveva detto, pronto a tutelarsi legalmente «nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario», nel «rispetto della privacy» della sua famiglia e in particolare della moglie, Claudia Zanella, che stando ai rumors avrebbe abbandonato la casa coniugale. E ieri notte, dopo il servizio delle «Iene», lo ha ribadito: «Mai rapporti non consenzienti». Brizzi ha anche annunciato di aver sospeso «in via precauzionale, e per evitare strumentalizzazioni», tutte le sue «attività lavorative ed imprenditoriali»: in particolare, ha ceduto le quote della società Wildside, che ha fondato nel 2009 con Marco Martani, Mario Gianani, Lorenzo Mieli e Saverio Costanzo (ora al lavoro sulla serie tratta dalla saga di Elena Ferrante «L'amica geniale»). Giarrusso ha spiegato di aver provato a mettersi in contatto con il cineasta per offrirgli il diritto di replica: «Lo abbiamo cercato al telefono, allo studio, finora inutilmente, siamo pronti ad ascoltarlo in ogni momento».
Sul caso delle molestie che scuote il mondo dello spettacolo internazionale, e da qui dilaga negli ambienti più disparati, ieri è sceso in campo anche Dario Argento. E lo ha fatto in diretta tv, intervistato da Cristina Parodi a «Domenica in», prendendo le difese della figlia Asia che, dopo aver denunciato il produttore Harvey Weinstein, è stata fatta oggetto di molte polemiche sui social. «Non possiamo immaginare che i maiali esistano solo negli Stati Uniti e noi siamo tutti santarellini» ha detto il mago dell'horror: «Chiaramente anche in Italia ci sono persone che si sono comportate in modo sconveniente, schifoso, più d'uno: lo dico perché lo so, faccio il cinema, ho fatto anche il produttore».
Da quando ha sollevato un polverone con la sua denuncia, ha continuato papà Dario, «Asia ha paura, non esce più di casa per timore degli agenti del Mossad» (Weinstein ha assoldato ex agenti del servizio segreto israeliano per tutelarsi): «Questa è gente che spara, che minaccia. Asia teme per la vita sua e dei suoi figli. Ma non si è pentita». Ha mai conosciuto Brizzi?, gli ha chiesto la Parodi. «Sì, l'ho conosciuto a Los Angeles, sembrava una persona un po' allegra, ma molto simpatica, non lo so. Brizzi non c'entra, ma ad ogni modo i molestatori nella vita sono spesso educati, gentili, umani, solo a un certo punto, mentre stanno con una ragazza, scatta in loro la pazzia. È un po' una malattia, come è successo per Weinstein». E Asia, via Twitter, lo ha ringraziato.
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Il Mattino