Festival di Cannes 2023, Martin Scorsese re di cuori con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro

Folla accampata fin dal mattino dietro le transenne della Montée des Marches

Martin Scorsese sul red carpet di Cannes
Era l'evento annunciato di Cannes, il ritorno di Martin Scorsese, il colpo perfetto messo a segno dal delegato generale Frémaux piazzato strategicamente nel sabato...

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Era l'evento annunciato di Cannes, il ritorno di Martin Scorsese, il colpo perfetto messo a segno dal delegato generale Frémaux piazzato strategicamente nel sabato più affollato del festival, quando la Croisette ospita la più alta concentrazione al mondo di star e di curiosi pronti a tutto per un selfie o un autografo, dipende dall'età. «Killers of the Flower Moon», il nuovo film del regista americano con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, doveva fare il delirio. Ed è andata esattamente così.

Folla accampata fin dal mattino dietro le transenne della Montée des Marches, groupie in trasferta, cartelloni e cuoricini per Leo, caccia al biglietto, code chilometriche davanti alle sale. Piove e fa freddo, ma il circo mediatico intorno al festival va a mille. Il red carpet è lunghissimo, da Naomi Campbell spettacolare con strascico di piume rosa, a Cate Blanchett armocromaticamente impeccabile in bianco e nero, a Charlotte Casiraghi, la figlia di Carolina di Monaco con il marito produttore Rassam, si fa prima a dire chi non c'era. Nel Grand Theatre Lumière tutti in piedi per il maestro ottantenne, Palma d'oro con «Taxi Driver» nel 1976, quasi mezzo secolo fa, e in prima fila nella standing ovation tanti colleghi registi: Costa Gavras, Alfonso Cuarón, Claude Lelouch, Gaspar Noè, che Scorsese saluta ad uno ad uno, tra sorrisi e strette di mano, e poi, con i due protagonisti DiCaprio e De Niro, attori come Isabelle Huppert, Salma Hayek, Paul Dano, Kate Hudson, Tobey Maguire, Robbie Williams, Rossy De Palma. E Tim Cook, il guru di Apple che ha prodotto il film in sala con Paramount, permettendogli quindi la passerella d'onore di Cannes, interdetta ai progetti nati per le piattaforme.

Ambientato in Oklahoma negli anni Venti, lungo circa tre ore e mezza ma senza un attimo di respiro, epico, grandioso, «Killers of the Flower Moon» è basato su una storia vera (è tratto dall'omonimo best-seller di David Grann) e ha i colori del crime storico. Raccontando la catena di omicidi misteriosi che insanguinarono la nazione dei nativi Osage dopo la scoperta che il loro sottosuolo galleggiava sul petrolio (bellissima la sequenza iniziale, una danza bagnata dal primo zampillo di oro nero), Scorsese denuncia lo scandalo dei crimini seriali noti come «il regno del terrore» che colpirono gli Osage, divenuti improvvisamente un popolo ricco e potente e quindi nel mirino dei bianchi e della criminalità che manipola e corrompe. DiCaprio è Ernest Burkhart, un balordo che sposa per interesse una facoltosa nativa americana (la interpreta Lily Gladstone) su consiglio dello zio manipolatore, De Niro, che ama farsi chiamare il King ed è al centro della macchinazione ai danni degli Osage. «Il film è un western dove i cowboy oltre ai cavalli hanno anche automobili», ha detto Scorsese. «Nell'Oklahoma degli anni Venti sono sbarcati gli avvoltoi, l'uomo bianco, e tutto è andato perduto. La criminalità aveva un controllo così capillare su ogni cosa che era più facile andare in galera per aver ucciso un cane che per aver ucciso un indiano». Si sa che il regista ha trascorso molte ore insieme a Capo Orso in Piedi per convincere la nazione Osage a collaborare al film, DiCaprio e De Niro aggiungono a una storia ricca di fascino e chiaroscuri storici il plus di un'intesa perfetta. Distribuito da 01 «Killers of the Flower Moon», fuori concorso per volontà dello stesso regista, uscirà il 19 ottobre in contemporanea mondiale. 

Alla coppia di superstar diretta da Scorsese hanno fatto da contraltare in concorso due divine, Natalie Portman e Julianne Moore, protagoniste di «May December» di Todd Haynes. La prima interpreta una famosa attrice di Hollywood che deve girare un film sulla storia vera di una donna, Julianne Moore, che ha avuto una relazione con un ragazzo di appena tredici anni abbandonando per lui la famiglia. Per calarsi meglio nel personaggio va in Georgia a conoscerla: il tempo è passato, una nuova famiglia si è formata, ma i traumi mai rimossi riemergeranno con tutto il loro carico di ambiguità. Un grande duello al femminile, sullo schermo e in passerella. 

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Il Mattino