Margaret Mazzantini la definisce «una tragedia greca a Tor Pignattara». Il suo compagno di vita e di creatività Sergio Castellitto ne parla come di uno sguardo...
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Fa i capelli alle amiche e alle donne cinesi, resiste alle violenze dell'ex-marito (Edoardo Pesce) e prova a indicare una strada all'inquieta figlia di 8 anni (Nicole Centanni) mentre sogna di aprire un negozio da parrucchiera tutto suo. Tra i palazzi di cemento, le giocate al lotto e un lavoro massacrante, trova la complicità di Chicano (Alessandro Borghi), fragile amico tatuatore con una mamma affetta da Alzheimer (Hanna Schygulla) e il sostegno di Patrizio (Stefano Accorsi), psicologo incaricato di aiutare sua figlia.
«Ho dei punti di contatto con il personaggio di Fortunata ha detto Trinca, per il cui ruolo si è spesso evocato Mamma Roma di Pasolini ma è una donna distante da me. Non rispetto al punto in cui mi colloco nella società, visto che conosco molto bene quell'ambiente e le difficoltà del vivere quotidiano, ma per la sua sfrontatezza, che non è la mia. Fortunata ha una forza viscerale, è quasi senza filtri. È una donna semplice che combatte, un personaggio colorato a cui ho dato la mia voce profonda, quella che viene dalla pancia».
In sala da sabato e ieri in cartellone nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, Fortunata esplora gli angoli della Capitale e della società in cui la sfida è la sopravvivenza, e mette a confronto la determinazione sanguigna della donna con l'approccio borghese del terapeuta di cui si innamora: «Le classi esistono - afferma Castellitto - nonostante ci venga detto il contrario, ed esistono anche la destra e la sinistra, altrimenti non ci sarebbero gli spaventosi conflitti sociali cui assistiamo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino