Frontiera, il cortometraggio vincitore del David di Donatello

Frontiera, il cortometraggio vincitore del David di Donatello
"Frontiera" è il cortometraggio vincitore del David di Donatello: una storia amara, il racconto muto e fortemente evocativo di due giovani che si...

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"Frontiera" è il cortometraggio vincitore del David di Donatello: una storia amara, il racconto muto e fortemente evocativo di due giovani che si incontrano per la prima volta sul ponte di un traghetto diretto a Lampedusa, chiamati a svolgere il loro lavoro: uno deve recuperare i corpi dei naufraghi, l'altro li dovrà seppellire. Quattordici minuti di sguardi, respiri, tensione, scelte,coraggio, uniformi, doveri. " Il dramma dei migranti visto da 'due come noi', due italiani, due personaggi di frontiera" commenta l'attore interprete del sommozzatore, Fiorenzo Madonna, giovane napoletano con all'attivo diverse esperienze teatrali.

 
Laurea alla Federico II in Filosofia ( la sua tesi era incentrata sui personaggi nichilisti nell’opera di Dostoevskij), ha lavorato con registi come Toni Servillo, Orlando Cinque e Salvatore Cantalupo, e va in scena in numerosi spettacoli con la compagnia Manovalanza. L'attore è affiancato nel ruolo di co-protagonista da Bruno Orlando, ne panni di un necroforo. Quest'ultimo sembra affrontare le difficoltà del suo primo giorno di lavoro con aria di sfida, ma si scoprirà presto umanamente scosso e fragile. Fiorenzo, più maturo e riflessivo, si autoimpone un rigido sef control e tende una mano, o meglio una sigaretta, a Bruno nel suo momento di maggiore fragilità. Genuini e ligi, i due protagonisti lottano con la loro innocenza, presto persa davanti a dei processi brutalmente meccanici, a contatto con corpi umani morenti.
Il messaggio finale è un misto tra la speranza di un vita che si può ancora salvare e la crudezza di immagini/reportage di una sorta di cimitero sottomarino, riprese a seguito della strage di migranti nel mare di Lampedusa, nel 2013.
Ma la frontiera è tanto un luogo fisico quanto un luogo mentale, una condizione d’essere e da superare.

Il regista Alessandro Di Gregorio all'indomani dalla vittoria ha dichiarato: "Le frontiere geografiche sono solo immagini disegnate dagli uomini sulle cartine. Il vero problema sono quelle mentali che stanno cercando di innalzare tra di noi, tra gli esseri umani. E sono queste che bisogna abbattere. "
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Il Mattino