Dovendo parlare della «Gatta Cenerentola» della Mad la premessa è d’obbligo: quanto fatto da Roberto De Simone e i suoi prodi nel 1976 sta su di un altro...
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Detto questo, Antonio Fresa e Luigi Scialdone, nella colonna sonora del film mettono in campo pianoforti minimali, digressioni rock’n’roll, sintetizzatori dark e tanta melodia napoletana, a partire da una «Te voglio bene assaje» quasi swingata dal bravo Massimiliano Gallo. Fresca tiene insieme pianeti sonici diversi con gusto e coerenza, Scialdone sdogana il mandolino nella contemporaneità, usandolo come strumento-killer, insieme postmelodico e pulp fiction, iconico e post-oleografico. Intorno si muovono brani che preesistevano al film e non avevano avuto la vita meritata: «L’erba cattiva» di Enzo Gragnaniello (presente anche in versione «cantautore animato»), quasi una versione scritta nel tufo della «Mauvaise herbe» di Brassens; «Napoli» dei Virtuosi di San Martino è uno sparo nella notte, il grido della città perduta che si gongola nel suo stesso marciume; «Na bella vita» di Francesco Di Bella, affidata al tono rauco, rancoroso e sensuale di un'Ilaria Graziano convinta che «’e cose overe nun se perdono». I Foja di «A chi appartieni» sono i rocker-mediani di una scena ancora underground, come confermano anche Francesco Forni e Ilaria Graziano, i Guappecarto’ e le pagine di Daniele Sepe «arruolate» nella «soundtrack».
Insomma, se a piazza del Gesù hanno messo in piedi una factory verace dell’animazione, nell’annesso studio di registrazione è successo un altro piccolo miracolo, capace di valorizzare il mucchio selvaggio newpolitano ancora in cerca non di autore, ma di produttore, di talent scout, di addetti ai lavori, e non livori. Sembra quasi che intorno a questo piccolo grande film, e alla sua colonna sonora, si sia rivelata la comunità che non c’era, anzi che si nascondeva: quella di Cantanapoli 2017, che non dimentica il suo passato, anzi ricomincia da «Torna maggio». Ma poi pensa al futuro, senza stereotipi nè eccessi di sudditanza psicologica . Leggi l'articolo completo su
Il Mattino