Giacomo Urtis escluso da Sanremo: «Diventerò la nuova Arisa ma con una marcia in più»

Il chirurgo dei vip aspira a salire sul palco dell'Ariston e, come esempio, ha un modello ben preciso da seguire

Giacomo Urtis, ultimamente, è stato spesso al centro del gossip: prima, per il mancato matrimonio con Fabrizio Corona, poi, per il fatto che, ora, si...

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Giacomo Urtis, ultimamente, è stato spesso al centro del gossip: prima, per il mancato matrimonio con Fabrizio Corona, poi, per il fatto che, ora, si riconosce più come Jenny che come Giacomo e, infine, per il nuovo fidanzato di cui, però, non si conosce ancora l'identità. Nelle ultime ore, il chirurgo dei vip è tornato a far parlare di sé perché ha raccontato di avere inviato la propria candidatura a Sanremo 2024 ma di essere stato scartato da Amadeus. Giacomo sogna di diventare la nuova Arisa.

Giacomo Urtis, in una recente intervista rilasciata a Spyit.it, ha raccontato di essersi candidato per Sanremo 2024 e ha spiegato il significato della canzone presentata ad Amadeus: «Parla di amore senza identità, oggi si dice “queer”. L’ho scritto qualche mese fa proprio quando Giacomo e Jenny hanno iniziato a vivere e a convivere nella stessa persona.  Oggi sono una person*diversa e mi immagino il mondo tutto colorato, come un arcobaleno. Il titolo è “Giacomo contro Jenny”, parla proprio di questa mia doppia identità». 

Poi, al chirurgo viene chiesto, se fosse stato preso a Sanremo, come si sarebbe esibito? Nelle vesti di Giacomo o di Jenny? «Avrei fatto entrambe le cose, magari una sera da Giacomo, una da Jenny e un’altra da entrambi. Non mi nascondo più, se un giorno mi sento Jenny è giusto che mi comporti da Jenny, senza censurarmi in nulla». 

Infine, Giacomo Urtis ha spiegato di avere in mente un modello ben preciso da raggiungere: «Sono stati esclusi grandi nomi della musica italiana, ci ho sperato ma non posso ritenermi delusa della sua scelta. Non ha preso Arisa, dubito avrebbe preso me, anche se abbiamo due vocalità diverse. Studio canto da qualche anno e, sono certo, che tra qualche anno potrò diventare anche una “nuova Arisa”, voce simile ma con una marcia in più». 

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Il Mattino