Ha subito un complicato intervento all'arteria aorta, ha perso un rene e le condizioni dell'altro sono delicate ora rischia e di non tornare a camminare come prima. Gianni...
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La notte del 15 settembre il popolare cantante napoletano era a bordo della Polo guidata dalla consorte, diretto da Parigi a Roma.
All'uscita da un distributore, a 40 km da Digione, lo scontro spaventoso: «E' stato come se una montagna ci cadesse addosso», racconta a sua volta Nazzaro: Con il fragore di una bomba un tir si è schiantato addosso a noi. L'auto ha perso metà del suo volume. Ho avuto appena il tempo di chiedermi sgomento, mentre
urlavo per il dolore: che è successo? Sono svenuto. Mi sono risvegliato in un ospedale di Digione, dove mi avevano
trasportato in elicottero, dopo che nel primo nosocomio dove ero stato ricoverato, a Bon, si erano immediatamente accorti che ero molto grave: il mio rene destro - squassato dallo scontro - aveva schiacciato l'arteria aorta, rischiando di farla letteralmente scoppiare. Sono stato in coma due giorni, altri quattro li ho passati in terapia intensiva: a Digione mi ha operato all'aorta un chirurgo molto bravo, il dottor Dominguez, di origine equadoregna. Un intervento difficilissimo, grazie al cielo perfettamente riuscito. Ma non era ancora finita: mi sono risvegliato con dolori insopportabili alla schiena e la prospettiva, presentatami dal chirurgo, di perdere il rene compromesso e di non potere più riuscire a camminare. Trasferito in aereo dalla Francia alla clinica romana dove mi trovo da due giorni, vengo quotidianamente sottoposto a lunghe sedute di fisioterapia e intanto mi muovo con l'ausilio di un deambulatore. Quanto al secondo rene, sono in attesa dei risultati di nuovi esami, nella speranza che non sia necessario rimuoverlo».
L'autista del tir che ha travolto Nazzaro, un ventenne francese, che non era ubriaco né sotto effetto di droghe,
non è riuscito a spiegare l'accaduto. Subito dopo l'incidente si è fermato per chiamare d'urgenza i soccorsi: secondo la polizia potrebbe aver avuto un colpo di sonno oppure essersi distratto con il telefonino che aveva con sé. «Per me», commenta con amarezza l'interprete di «Quanto è bella lei»: «E' stato come il vaso che ti cade dal quinto piano sulla testa: un avvertimento, come se da lassù mi abbiano fatto capire che è arrivato il momento di condurre una vita più regolata e ordinata, senza trasgressioni di nessun tipo. Contavo di festeggiare i miei 68 anni, il 27 ottobre, celebrando il mezzo secolo di carriera con un nuovo cd. Tutto rimandato, sempre che riesca a salvare il rene compromesso e che possa tornare a camminare come prima». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino