Giorgia: «Ecco il mio Oronero, mi sono presa tutto il tempo che volevo»

«Mi sono presa tutto il tempo che volevo». Esordisce così Giorgia alla vigilia del suo ritorno. Un pausa lunga tre anni e un disco, “Oronero”, in...

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«Mi sono presa tutto il tempo che volevo». Esordisce così Giorgia alla vigilia del suo ritorno. Un pausa lunga tre anni e un disco, “Oronero”, in uscita domani. «Mi sono disinteressata dei tempi per poter lavorare sui pezzi liberamente». A racchiudere l’anima del disco, il titolo dell’album che è anche il primo singolo già in rotazione. «Un pezzo che sa di rap». Nudo. Crudo. Sincero. Diverso dai precedenti. «E con la voglia di non cadere in un giudizio violento, senza usare in modo sbagliato il rapporto con l’altro. Un po’ come il petrolio, risorsa preziosa ma che, usato male, diventa strumento di guerra e di distruzione».


Quindici tracce inedite, di cui dieci firmate da lei. «Ho ascoltato tanto in questo periodo. Ho scelto in brani che sono vicini a quello che penso e a quello che sono ora. Allo stesso modo, quelle scritte da altri». Si riferisce a “Sempre si cambia”, pezzo di Pacifico o a “Credo” di Maiello. E mentre alcuni brani sono stati mixati da Pretolesi, in cui ritmica e voce vengono poste allo stesso livello, il produttore dell'album è Michele Canova, per un sodalizio artistico che risale a “Dietro le apparenze” (2011) e “Senza paura” (2013). Per il resto, va dritta come un treno, Giorgia. Semplice come sempre. E lo fa con la sensibilità di una donna molto forte che vive la musica proprio come traspare dai testi delle canzoni. E se citiamo qualche strofa di “Oronero” (“dicono di me che rimarrò da sola/la gente parla quando non ascolta neanche sé”), ci risponde: “Sì, ho avuto paura della solitudine. Ma ho scoperto con grande fatica che la solitudine non é un vuoto, ma un pieno».


Così come della critica: «all’inizio cercavo sempre un riconoscimento dagli altri. Poi ho capito che l’espressione creativa non può essere obbligo veicolato o continua ricerca del gusto. E che la semplicità e l’essere se stessi è l’unica strada percorribile». “La sensazione di essere tempo", recita una frase della canzone. «La riprendo da un pezzo dei Subsonica. Essere a tempo significa beccare l’occasione giusta. È raro, ma quando accade, ti senti un supereroe. Un po’ come la musica: puoi essere stonato e correggerti, ma se sei fuori tempo, non c’è niente da fare». Sanremo? «Mi piacerebbe tornarci (come ospite) per vedere se è cambiato qualcosa rispetto alla mia ultima volta (in gara per tre volte (1995-1996-2001, primo secondo e terzo posto, e come ospite nel 2008)». Il tour di Oronero partirà a marzo e il 1 aprile salirà sul palco del Palalottomatica di Roma per una scaletta costruita viaggiando tra i pezzi del nuovo album e quelli più vecchi. Nel frattempo, sarà ospite a X Factor e andrà in giro per l’Italia per la promozione (sabato 29 ottobre a Roma). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino