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«L'alternativa era fare il calciatore o lo scrittore. Io ho scritto un romanzo a 15 anni e giocavo a pallone piuttosto bene. Al torneo di Santa Margherita facevo quattro gol a partita. Insomma, ho avuto delle offerte importanti, anche dal Milan! Da Rizzoli che era presidente del Milan». Il giornalista Giovanni Minoli ha raccontato l'evolversi della sua carriera e le proposte rifiutate al conduttore Pierluigi Diaco, di cui è stato ospite in diretta del programma di Rai Radio2, 'Ti sento', in onda su Rai Radio2 e in Visual su RaiPlay.
Diventare un calciatore professionista, «ero centravanti e quindi c’era quella possibilità», che a casa Minoli non venne presa troppo sul serio, come Minoli racconta: «ero troppo piccolo, a 15 anni non potevo firmare per me. Infatti, quando capitava di discutere con mia madre le dicevo: vabbè, mettiamo sul tavolo tutti i miliardi che non ho guadagnato e poi ti rispondo!».
E alla domanda se esista una regola del gioco del calcio applicabile alla vita professionale, lui risponde: «Quasi tutte. Il gioco del calcio ha delle regole abbastanza interessanti e anche abbastanza intelligenti perché prevede lo scontro durissimo ma lo prevede cavalleresco nella regola vera e quindi quello ti dà la dimensione di come la vita può essere durissima ma nello stesso tempo puoi vincere se rispetti le regole».
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