Che gli americani fossero dei fan accaniti di “Gomorrah“ (il titolo con cui è conosciuta “Gomorra – la serie” in Usa) era chiaro da tempo, ma...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Come spiega Mike Hale all’inizio del suo articolo, con l’esplosione dello streaming grazie all’innovazione della banda larga, gli Stati Uniti nell’ultimo decennio sono stati invasi da contenuti provenienti da tutto il mondo. È uno degli effetti della globalizzazione, che ha investito tutti i paesi più sviluppati e che ha reso possibile il successo planetario di Netflix. Di fatto nella singolare top 30 proposta dalla testata newyorkese il vero vincitore è proprio il colosso californiano che nel suo catalogo americano offre ben 15 dei titoli presenti in classifica.
E tra questi c’è anche “Gomorra”: «Sviluppata da Roberto Saviano dal suo omonimo libro (da cui è stato tratto anche un film di successo nel 2008) – scrive il giornalista nel presentarla –, questa saga sugli affari criminali dei gangster napoletani è un esempio esemplare di mafia: brutale, riflessivo e assolutamente avvincente. Solo due delle sue quattro (finora) stagioni sono disponibili in America a causa di problemi legali».
La serie sulle vicende criminali del clan Savastano è l’unico prodotto televisivo italiano presente nella classifica. A dominare, invece, sono i 12 titoli britannici, ma, come ammette lo stesso autore, è probabile che questa predominanza sia condizionata da suoi pregiudizi culturali e linguistici. Eppure nelle prime cinque posizioni sono presenti solo due serie realizzate nel Regno Unito: “Sherlock”, che occupa il secondo posto, e “Happy Valley”, che si trova al quarto. A sorpresa, anche perché è del 2009 ma è arrivato negli States solo nel 2012, in vetta alla top 30 di Hale c’è l’israeliano “Prisoners of war”, mentre due gradini più sotto si trova il francese “The Bureau”. Poi, come detto, al quinto posto si piazza “Gomorra”, che magari può aspirare a guadagnare ulteriori posizioni se e quando negli States arriveranno le stagioni che gli americani non hanno visto ancora. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino