«Con una lettera personale ho espresso piena solidarietà a Deborah Dugan per la triste vicenda legata ai Grammy Awards: triste perché ancora una volta...
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«A noi giurati, provenienti da diversi Paesi del mondo - ha raccontato Ciampi, che vive a Los Angeles da alcuni anni - è stato chiesto di sottoporre all'attenzione dell'Academy musiciste di talento in grado di competere nelle diverse categorie. Purtroppo, la strada intrapresa dalla Dugan non ha ricevuto il supporto necessario da parte di tutti i membri dell'Academy... Il meccanismo delle nomination è sembrato quasi 'manipolato', in alcune categorie l'ascolto di tutti i brani in gara è stato davvero complicato ma prima delle accuse della Dugan pensavo fosse semplicemente dovuto a problemi tecnici... Personalmente ho avuto molta difficoltà nel reperire brani e partiture musicali di alcuni artisti mentre per altri è stato facilissimo...».
Per quanto riguarda il suo voto ai Grammy, Ciampi rivela: «Personalmente non ho votato per Bocelli, non perché non apprezzi il suo grandissimo talento ma perché mi sto battendo per valorizzare il ruolo della donna musicista. Quindi il mio voto è andato doverosamente a due figure di diverso spessore ma di grandissima qualità: l'artista emergente Billie Eilish, che con i suoi brani racconta una parte di storia della cultura californiana e Barbara Streisand, che torna in nomination ai Grammy Awards dopo ben 33 anni». Ciampi infatti è un convinto promotore dell'Orchestra al femminile, progetto che sta portando avanti da qualche anno e che l'ha visto cedere, primo direttore nella storia, la sua bacchetta ad una direttrice donna, consentendole di aprire i suoi concerti.
Tornando alla bufera che ha investito gli Oscar della musica, Ciampi ha aggiunto: «Quello che sta succedendo all'interno della Recording Academy mi preoccupa molto, si è cercato con la 'forza' di fermare un processo di cambiamento che vuole affermare la figura della donna musicista... Deborah Dugan era ed è il segnale per questo cambiamento. Spero si faccia chiarezza al più presto sulla vicenda. In Italia, con il Festival di Sanremo, abbiamo una grande opportunità per intraprendere questo cambiamento. Sarebbe bello, in futuro, poter vedere una direzione artistica 'al femminile', con uomini pronti a fare un passo indietro rispetto ad un grande donna». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino