Non era uno scherzo. I Guns n’ Roses hanno anticipato la reunion con un concerto a sorpresa al Trobadour di Los Angeles il primo aprile. Proprio là, dove tutto...
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La notizia, appena 12 ore prima dell’inizio, l’hanno ufficializzata così: «La distribuzione dei biglietti è appena cominciata e se non siete già lì è già troppo tardi #soldout». Un biglietto da 10 dollari per pochissimi fortunati. I Guns n’ Roses sono tornati e lo hanno fatto a modo loro. Disseminando indizi qua e là senza ufficializzare nulla se non all’ultimo momento. E giocando molto sul fatto che il primo concerto fosse il primo aprile. Ma già nei giorni scorsi erano apparsi sulla pagine Facebook i primi segnali: chitarre, cavi, lo scatto del fischietto che introduce Paradise city, fino alle immagini della Tower record – dove lavorò Slash – tappezzata con il logo della band.
Tanta attesa, anche se alla fine della formazione originale mancavano il chitarrista ritmico Izzy Stradlin e il batterista Steven Adler, l'ultimo però presente in sala. Poi lo show. La scaletta, 15 brani da Appetite for destruction fino ai due doppi Use your illusion, con qualche assaggio di Chinese Democracy: It’ so easy, Mr. Brownstone, Welcome to the jungle, Double talkin jive, Rocket queen, Chinese democracy, You could be mine, il classic solo di Slash de Il Padrino, poi Sweet child o’ mine, Better, Knockin’ on heavens doors, My Michelle, Nightrain, Paradise city.
Adesso si parte coi live, quelli nei grandi spazi, con il tour “Not in this lifetime”, non in questa vita, titolo autoironico dettato da una vecchia intervista di Axl in cui ha giurato che la reunion dei Guns non ci sarebbe stata appunto in questa vita. Si era sbagliato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino