Intervista a Marta Gastini, ospite della XIX edizione dell'Ischia Film Festival

Intervista a Marta Gastini, ospite della XIX edizione dell'Ischia Film Festival
Marta Gastini, classe ’89, lineamenti del viso dolci come la voce, sorriso fresco e un pizzico di modestia, è stata ospite alla diciannovesima edizione...

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Marta Gastini, classe ’89, lineamenti del viso dolci come la voce, sorriso fresco e un pizzico di modestia, è stata ospite alla diciannovesima edizione dell'Ischia Film Festival con due film, uno in cui è l’antagonista, ‘Black Parthenope’ di Alessandro Giglio, l’altro in cui è la protagonista, ‘Io sono Vera’ di Beniamino Catena.

Sei stata ospite al Festival per due serate con due film diversi, in quali aspetti differiscono i due ruoli?
“‘Io sono Vera’ è un film di fantascienza non dichiarata, come dice il regista, basato più sulle emozioni, mentre in ‘Black Parthenope’ interpreto l’antagonista della storia, che ha due lati: quello dell’amica, della buona e uno molto nascosto, con una buona dose di follia che riesce a mascherare. In ‘Io sono Vera’ interpreto una donna che torna nella sua città dopo una sparizione misteriosa, a distanza di pochi anni. Torna da trentenne, ma era scomparsa da quindicenne. È un po' un freak, è un'aliena nella sua realtà. Un essere angelico, etereo. Non immediatamente riconoscibile da un punto di vista di genere. È stata dura perché non sapevo quale potesse essere il risultato.

Hai anche girato la serie ‘Tutta colpa di Freud’ nel ruolo di Marta Taramelli, mentre eri incinta e durante la pandemia, cosa ha reso le riprese più complicate tra le due?
“È stata dura! Nessuno sapeva della mia gravidanza all'inizio, poi si è messo di mezzo il covid. All'ottavo mese era agosto e stavamo girando. Non so dire quale dei due aspetti sia stato più difficile da gestire, ma sono stata fortunata perché sul set erano tutti molto affettuosi e accudenti”.

Hai esordito ad Hollywood con Anthony Hopkins, qual è la differenza principale tra una produzione italiana e una americana secondo te?
“La grossa differenza sta nel budget, che si ripercuote su vari aspetti. La scena del secondo esorcismo che dura qualche minuto, ad esempio, è stata girata in quattro giorni. Non sarebbe andata allo stesso modo se la produzione fosse stata italiana. In Italia il budget è minore rispetto a quello delle produzioni USA”.

Progetti futuri?


“Una commedia romantica, alla regia Alessio Maria Federici, in cui io e Flavio Furni siamo i narratori della storia. Poi, attendo conferma per la seconda stagione di ‘Tutta colpa di Freud’”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino