Maya ha 40 anni, vive nel Queens e lavora da 15 anni in un grande centro commerciale. È in gamba e piena di intuizioni, ma quando si profila la possibilità di una...
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Nel cast del film di Peter Segal anche Milo Ventimiglia, Vanessa Hudgens e Leah Remini. “Ricomincio da me” è scritto dallo sceneggiatore Justin Zackham (“Non è mai troppo tardi”) e da Elaine Goldsmith-Thomas. Racconta quest’ultima: «Volevo raccontare una storia di reinvenzione, parlare di tutte le persone che si sentono costrette a vivere una vita che non desiderano e passano il tempo a sognare quella che invece vorrebbero, salvo poi scoprire che avevano sempre avuto la facoltà di cambiare le cose». Dice il regista Segal: «Ricomincio da me è proprio il genere di film che adoro: mi ha ricordato “Una donna in carriera”, “Tootsie” e “Il segreto del mio successo”, tutti film in cui i desideri si avverano e i protagonisti ottengono una seconda opportunità e una sorta di maschera narrativa che li porta a diventare persone diverse. E poi ovviamente devono gestire lo smascheramento delle loro bugie mentre cercano di raggiungere il proprio obiettivo. Il pubblico sa che si va verso il baratro: si gode il film, ma intanto trema per ciò che sta per succedere». Segal ha apprezzato anche il lato emotivo della storia. «Maya rappresenta davvero tutti noi» spiega il regista. All’inizio di “Ricomincio da me”, Maya Vargas, nata e cresciuta nel Queens, è in una fase in cui si chiede se davvero la vita non abbia in serbo nient’altro per lei. Nelle parole della Goldsmith-Thomas, «Maya è delusa quando la conosciamo, ma poi ha l’occasione di attraversare il ponte!»
E così diventa la Maya di Manhattan. Il passaggio dal Queens a Manhattan è un percorso familiare per la Lopez, che è cresciuta nel Bronx e ci ha vissuto fino ai 25 anni. «Ricordo quando prendevo quel treno per andare in città, all’inizio della mia carriera da ballerina, e l’impatto profondo del lasciare il Bronx» racconta la Lopez. «È come andare su un altro pianeta, ti cambia dentro. Ti sembra di avercela fatta. Come dice la canzone “New York, New York” se ce la faccio qui, posso farcela ovunque». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino