Jovanotti e Enzo Avitabile, un «Corpo a corpo» tra le rive e i ritmi del «Mediterraneo»

Jovanotti e Enzo Avitabile, un «Corpo a corpo» tra le rive e i ritmi del «Mediterraneo»
Il disco work in progress sarà anche fisico, ma bisognerà aspettare il solstizio d'inverno, accumulando quanto (anzi di più) pubblicato in rete sino a...

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Il disco work in progress sarà anche fisico, ma bisognerà aspettare il solstizio d'inverno, accumulando quanto (anzi di più) pubblicato in rete sino a quel momento. Dopo l'ep «La primavera», il secondo passo di Jovanotti verso il beach party bis (si parte il 2 luglio da Lignano Sabbiadoro, tappa a Castel Volturno il 26 e 27 agosto) si intitola «Mediterraneo» e, nei suoni, mantiene quello che promette il titolo, con una raccolta di otto canzoni tra Celentano e la world music, una patchanka alla maniera del Ragazzo fortunato, che ormai ha 55 anni, ma non rinuncia a reclamare per sé il diritto alla poetica del fanciullino.

«Cantami o diva dei popoli inquieti...» si apre la title track che tiene insieme Omero e la canzone popolare da gita in bus, l'elettronica e la psichedelia, la taranta del Canzoniere Grecanico Salentino e l'italo-disco, l'house e i suoni balcanici. La solarità a cui il futuro disco e il futuro tour guardano per titolo e missione sta tutta in «Non dimenticar», anche se qui per dire che «io ti voglio bene» serve indossare «una tuta di titanio e paillettes». Il crescendo di «Tirannosauro Rex» è «una canzone senza ritornello perché è tutta un ritornello di 4 minuti», spiega Lorenzo Cherubini, illuminato, come in tutto l'ep digitale, dalla produzione di Rick Rubin. Tre accordi per raccontare «la più grande storia d'amore dell'universo», dalla preistoria all'infinito. «Ricordati di vivere» si imbatte nelle «regole dell'anarchia» e assume «solo l'orizzonte come limite». «Alla salute» è puro - si fa per dire - esorcismo post-pandemico in stile balkan beat con il sigillo del producer Shantel. La ricerca della grande madre mediterranea continua, nonostante il titolo, con «Everest» («Il mondo è una discarica non sono io a scoprirlo») che ribadisce l'eterno primato dell'amore. Nonostante l'aria tossica cantata, la guerra pure evocata, Lorenzo Cherubini continua a pensare positivo e gira il mondo nel vortice chitarristico di «Allelù». «I love you» arriva anche nel formato videoclip, mentre «Corpo a corpo» è una jam con Enzo Avitabile, d'impatto così forte da meritare anche il bis, in versione «galvanizzata». 

Il napoletano suona il suo saxello (su un maqam arabo che gli dà possibilità di modulare la tonalità) e la sua arpina monodica, poi canta in esperanto: «Hodia estas jam morga/ prenu mien la mano/ la vivo esta sur sia vojo/ portos nin antauen». E Lorenzo traduce l'italiano: «Oggi è domani/ prendimi la mano/ la vita sta arrivando/ ci porterà avanti». «L'esperanto è una lingua nuova, artificiale, dimenticata, mai adottata. Lingua di speranza sin dal nome, speranza tradita. Lingua suono, ma anche significato, lingua che cercava di porsi come alternativa al dominio angloamericano, che continua», spiega Avitabile. «Musica che cura», scandisce Jova, ribadendo la sintonia con l'amico: iniziò addirittura a fine anni Ottanta, in trio con Afrika Bambaataa, probabilmente continuerà nel prossimo giro di concerti, magari non solo nelle date campane. 

«Sul palco del primo Beach party», ricorda Enzo, «abbiamo capito di avere una concezione simile della musica, del modo di concepire il groove, di stare sul ritmo, nel ritmo. Così è nato Simm' tutt'uno prima ed ora questo nuovo incontro. Il gioco sul maqam, che poi è la scala araba, oltre ad essere un abbellimento estetico crea anche una struttura melodica molto essenziale ma ricca di tradizione artistica, prepara l'atmosfera per la conclusione, per i versi finali: E si va lontano/ se l'amore ci prende per mano. Che può sembrare melenso in tempi di guerre, ma è invece necessario. Come è necessario ribadire, anche con un disco come Mediterraneo, la nostra identità, lontana dai guerrafondai, da Putin, ma anche dall'America nei cui confronti la critica rimane. Devo dire, purtroppo, che sull'orologio del nostro pianeta le lancette sono ferme sul fronte spirituale, non si sono spostate nemmeno di un centimetro dalla ruota di legno ad oggi», conclude il sassofonista, orgoglioso del suo contributo al disco: «L'unico corpo a corpo ammissibile, a parte quello del sesso». 

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Il Mattino