Procida, Buonalbergo, Maratea, Frosinone... L'estate di Jovine è scandita dalle tappe del tour di «Assenza di gravità», il suo nuovo album,...
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Rispetto al passato, infatti, la produzione in lingua vince su quella in dialetto tra citazioni del santo fumatore Marley («Quello che rimane in testa»), solari ritmi in levare capaci di valorizzare le melodie («Lo sai che non è facile»), ritornelli spietati («Volevo fare l'astronauta») che ben giocati potrebbero aprirgli le porte delle programmazioni radiofoniche che contano, ritmi caraibici che guardano anche al Toni Esposito del periodo «Kalimba de luna», voci filtrate come va di moda, canzoni da falò sulla spiaggia («Mal d'Africa»), piccolissime utopie quotidiane («Sogno una vita normale/ mi piace fare l'amore con te/ e mi rilasso solo quando faccio un viaggio e pensando/ sto camminando ancora con te»), filosofia da pensiero positivo.L'erede di un hit local come «Napulitan» non c'è, ma il profumo della Giamaica vesuviana marchia «Doje parole» e l'indolente richiamo di «Nu poc e vient» con il suo «conscious reggae», mentre «Napoli centro» sfoggia l'unico featuring del disco, dell'antico amico Speaker Cenzou, con il suo flow rap da voce di dentro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino