Dopo diversi giorni di blitz degli animalisti nella sua Correggio, Luciano Ligabue fa chiarezza e si scusa per la pelliccia indossata nel videoclip di Siamo chi siamo, il suo...
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«Un po' di chiarezza sulla questione pellicciotto -scrive Ligabue su Facebook- Più di tre mesi fa abbiamo deciso di girare un video sulla canzone 'Siamo chi siamo'. Volevamo un filmato leggero, che fosse capace di strappare un sorriso e allora ho deciso di mettermi in gioco chiedendo alla costumista di trovare gli abbigliamenti più balordi e assurdi che avrebbe potuto. E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l'appunto, un pellicciotto.
L'unico capo già indossato, a ricordare la mia tamarraggine primi anni '90 era un gilet tailandese. Il risultato voleva essere 'volutamente buffo'. Il video è piaciuto a tantissimi. Soprattutto perché, conoscendomi, ognuno ha capito la giocosità di quella situazione».
«Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto -sottolinea il rocker emiliano- vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo. Detto questo per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro. Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto», conclude Ligabue. Insieme a Ligabue è intervenuto sull'argomento anche il suo manager Claudio Maioli: «A integrazione della lettera aperta di Luciano voglio precisare, viste le insinuazioni di questi giorni, che Ligabue non ha nessun contratto commerciale o di sponsorizzazione con alcuno stilista», ha sottolineato. Gli animalisti, infatti, avevano accusato il rocker di Correggio di essere molto vicino, anche tramite il fratello Marco, a Roberto Cavalli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino