Proprio al teatro San Carlo di Napoli, nel 1986, Lina Wertmuller debuttava nella regia lirica, mettendo in scena una memorabile edizione della «Carmen» di Bizet. Domani sera,...
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Sul palco del Massimo partenopeo, l’omaggio a Lina sarà aperto da un’esibizione del flautista Andrea Griminelli, che eseguirà musiche di Nino Rota; e proseguirà con la proiezione del documentario di Valerio Ruiz «Dietro gli occhiali bianchi», presentato con successo nelle scorse settimane alla Mostra del Cinema di Venezia.
Quali sono le sue emozioni, signora Wertmuller, in vista di questo bel ritorno al San Carlo?
«Proverò certamente emozioni forti, ma soprattutto una grande gioia, come mi capita, d’altra parte, ogni volta che ritorno a Napoli. E poi, per me, il San Carlo è in assoluto il teatro più bello del mondo e sono felicissima che questa serata sia stata organizzata proprio in questa magnifica cornice».
Da molti punti di vista, lei può essere considerata più napoletana di tanti napoletani. Come descriverebbe il suo rapporto con la città?
«Di amore profondo. Io amo Napoli, senza riserve. La considero una perla meravigliosa, l’autentica regina del Mediterraneo. Alla città sono legatissima, l’ho frequentata a lungo e vi ho lavorato in molte occasioni, girandovi alcuni tra i miei film di maggior successo».
Di questa città regina, però, continuano a fare notizia gli aspetti cupi e negativi legati alla camorra, piuttosto che quelle ricchezze e bellezze che tanto affascinano lei.
«E per me tutto ciò è sbagliato. Molti problemi di Napoli sono comuni alla maggior parte delle metropoli, in Italia e all’estero. Ma i lati negativi non dovrebbero mai far passare in secondo piano quelli positivi, che sono numerosi e spesso unici al mondo».
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