Mahmood si racconta a Verissimo dopo aver vinto il Festival di Sanremo. «Questa - spiega a Silvia Toffanin il cantante classe 1992...
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«Più che dal dolore - aggiunge - le mie canzoni arrivano da una riflessione, non ho mai sentito troppo questa mancanza. Non mi sono mai sentito solo perché c'erano sempre parenti intorno a me. Ho sentito mio padre dopo il Festival e mi ha fatto i complimenti. Abbiamo riallacciato un mini rapporto già da qualche anno. Alla fine non è stato proprio un abbandono perché ci siamo visti nel corso degli anni, ma io sono sempre stato con mamma e non mi sono mai sentito abbandonato o ferito».
Sulle sue origini sottolinea di essere nato a Milano: «All'inizio le domande erano dettate dalla curiosità, ma dopo un po' ti stanchi a dover ribadire che sei italiano». Mahmood, all'anagrafe Alessandro, fonde il genere trap con quello cantautoriale, la musica pop italiana con quella araba. Tra le nuove proposte sanremesi nel 2016, è stato anche autore di alcune delle canzoni più belle degli ultimi anni. «Scrivo da quando avevo 18 anni, il mio è stato un percorso lungo». Da giovane lavorava in un bar e il pomeriggio studiava pianoforte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino