Maradona, «’A livella» di Totò riscritta e recitata per lui è virale Video

A sinistra Francesco Leader Tagliaferri, a destra Diego Armando Maradona
Sono trascorsi ormai nove giorni dalla morte di Diego Armando Maradona e il tributo alla sua memoria continua senza soluzione di continuità. Uno tsunami di emozioni che...

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Sono trascorsi ormai nove giorni dalla morte di Diego Armando Maradona e il tributo alla sua memoria continua senza soluzione di continuità. Uno tsunami di emozioni che investe ogni angolo del pianeta e che ha due epicentri: Napoli e Buenos Aires, le due città che il campione argentino portava nel cuore. E di questa immensa dimostrazione d’affetto colpisce il fatto che molto spesso questi tributi alla memoria del più grande calciatore di tutti i tempi provengano dagli under 40, ragazzi che sono nati tra gli anni 80 e 90 e che non hanno avuto modo di vederlo giocare, se non attraverso i filmati d’epoca. Eppure anche per loro Diego è un mito, uno che è partito da un quartiere poverissimo della capitale argentina e che è riuscito a realizzare i suoi sogni di bambino: partecipare a un Mondiale di calcio e vincerlo.

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Ed è un giovane anche Francesco Tagliaferri, che in questi giorni sta spopolando sul web e sui social network con un video in cui recita un suo componimento dedicato al suo idolo. Una clip che il ragazzo napoletano ha pubblicato sui suoi profili Tik Tok e Instagram, dov’è noto come Francesco Leader, ma poi è stato ripreso da centinaia di profili privati e pubblici di altri social, talvolta omettendo anche il nome dell’autore, facendolo diventare virale. E rimbalzando da una bacheca Facebook a un messaggio WhatsApp gli è stato anche attribuito un titolo non convenuto dal suo ideatore: «L’hanno chiamato ‘A livella ‘e Maradona, perché hanno notato certe similitudini con la famosa poesia di Totò a cui io non avevo nemmeno fatto caso – chiarisce il 32enne –. Volevo fare semplicemente un omaggio a Diego, cercando di addolcire la sua scomparsa ricreando uno scenario goliardico, presentandolo in paradiso nonostante le accuse e gli attacchi subiti prima e dopo la morte, andando oltre e valorizzando tutto quello che di buono ha fatto».

Infatti, Francesco immagina Diego che sale in paradiso e viene accolto da Totò, Troisi e Daniele con meraviglia e ammirazione, ma poi interviene un uomo comune che ne mette in discussione la presenza in quel luogo celestiale, considerato quello che aveva combinato nella vita privata. Ma è messo a tacere da Dio, che motiva l’ascesa al cielo dell’argentino e alla fine gli chiede almeno di restituirgli la mano. Una scena divertente scritta e interpretata dallo stesso 32enne, che è impiegato presso un supermercato, ma in passato ha studiato recitazione: «Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma da piccolo, giocando tra i vicoli di Napoli, si faceva riferimento a lui come un personaggio da emulare – racconta –. E poi sono un grande tifoso del Napoli e anche per me lui è Dio sceso in terra, calcisticamente parlando. Ma soprattutto Diego è stato il Masaniello per eccellenza, che si è caricato Napoli sulle spalle ed è andato contro tutto e tutti senza risparmiarsi e lo ha fatto fino alla fine dei suoi giorni. Per questo resta per me e per noi napoletani una figura eroica e inarrivabile».

E anche grazie a Maradona, Francesco, che già da un po’ pubblica video sulla Rete, ha avuto la sua occasione di riscatto. Infatti, oltre al video diventato virale, col suo componimento ha anche vinto il contest organizzato da La Radiazza di Gianni Simioli, programma in onda su Radio Marte: «Non mi aspettavo tanto clamore – ammette il giovane –. Sono molto euforico e felice di aver trasmesso ciò che provavo agli ascoltatori della radio e a tutti gli utenti che hanno visto e condiviso il video. Per me questo momento è importante, perché rappresenta una mia rivincita: sono anni che creo video sul web senza ottenere grandi risultati, ora finalmente raccolgo un po’ di consensi». E annuncia: «Dopo questo video, com’era già in programma, ne ho pubblicato un altro, una poesia che ho già registrato dedicata a Mario Merola, perché al pari di Diego e degli stessi personaggi citati nella mia poesia, anche lui ha rappresentato Napoli nel mondo».

 

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Il Mattino