Maradona è su Netflix: una docu-serie e un docu-film per raccontare un Diego inedito

Diego Maradona in una docu-serie Netflix
Maradona arriva su Netflix e lo fa in grande stile. Infatti, negli ultimi giorni il famoso sito d’intrattenimento video ha inserito nel suo catalogo due contenuti dedicati...

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Maradona arriva su Netflix e lo fa in grande stile. Infatti, negli ultimi giorni il famoso sito d’intrattenimento video ha inserito nel suo catalogo due contenuti dedicati all’ex Pibe de oro: una docu-serie originale Netflix, che racconta l’avventura di Diego come allenatore dei Dorados, squadra di calcio della Serie B messicana, e il docu-film diretto dal premio Oscar Asif Kapadia, che celebra la carriera da calciatore del campione argentino e svela le debolezze dell'uomo. Due opere differenti tra loro su un personaggio controverso, che da quasi 40 anni fa parlare di sé dentro e fuori del campo da calcio.

 

Così già da due giorni gli abbonati al servizio offerto dalla società californiana possono guardare su app e sito web “Maradona in Messico”, un documentario di sette puntate che riassume i dieci mesi in cui l’argentino ha guidato i Dorados di Culiacan, una squadra di calcio della seconda divisione del paese centroamericano. Al suo arrivo, nel settembre 2018, i gialloneri erano ultimi in classifica, ma con la guida tecnica di Maradona sono riusciti a giocare i playoff per la promozione nel massimo campionato per due gironi consecutivi (apertura e clausura), perdendo entrambe le finali. Un’impresa soltanto sfiorata, ma il periodo maradoniano resterà per sempre nella storia del club.

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Qualcosa che ricorda molto vagamente quello che accadde a Napoli tra il 1984 e il 1991. E, infatti, nel sesto episodio, intitolato “Un’insolita dimora”, il giornalista della Espn, David Faitelson, paragona le due esperienze, sostenendo che ci sono molte similitudini tra l’approdo a Napoli dell’allora 24enne Maradona e il suo sbarco a Culiacan 34 anni dopo: in primo luogo il blasone molto povero dei due club, ma anche l’alto tasso di criminalità che accomuna il capoluogo partenopeo degli anni 80, funestato da una feroce guerra di camorra, alla città più grande dello Stato di Sinaloa, dove i Narcos seminano terrore e morte nelle strade. Due posti in cui per un personaggio come Maradona era più probabile affondare definitivamente che riemergere, invece all’ombra del Vesuvio riuscì a portare trofei e gloria mai visti prima e dopo il suo settennato, mentre con lui i tifosi dei Dorados per quasi un anno hanno sognato di tornare nel massimo campionato messicano, che non frequentano così spesso.
 

Invece, per gli abbonati Netflix che hanno voglia di rivedere quello che è stato il miglior calciatore degli anni 80 da oggi è disponibile “Diego Maradona”, un docu-film passato al cinema per tre giorni lo scorso settembre e diretto dal regista anglo-indiano Asif Kapadia, uno specialista del genere. Infatti, nella sua filmografia, oltre al documentario su Ayrton Senna del 2010, c’è quello pluripremiato su Amy Winehouse del 2015 con cui nel 2016 ha vinto perfino un Oscar. Insomma, quando si tratta di ricostruire le vite di personaggi famosi, Kapadia non lo fa in modo banale. E anche nel caso dell’ex numero 10 del Napoli di Ferlaino il regista racconta il campione argentino, soprattutto la parentesi napoletana, attraverso immagini esclusive, spulciando nelle oltre 500 ore di girato concesse dalla famiglia Maradona. Un Diego privato e inedito tutto da scoprire. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino