Marlene Kuntz a Napoli: «Non siamo i Coldplay ma il mondo brucia»

«Siamo molto felici di tornare a Napoli: c'è un bel dialogo con il pubblico da queste parti»

Marlene Kuntz
Davide Arneodo (tastiere e violino), Riccardo Tesio (chitarre), Cristiano Godano (chitarra e voce), Luca «Lagash» Saporiti (basso), più Sergio Carnevale...

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Davide Arneodo (tastiere e violino), Riccardo Tesio (chitarre), Cristiano Godano (chitarra e voce), Luca «Lagash» Saporiti (basso), più Sergio Carnevale (batteria). I Marlene Kuntz, insomma: sono in scena domani, nell'ex base Nato di Bagnoli, armati delle canzoni del loro ultimo album, «Karma clima».

Che poi non è soltanto un album, vero Cristiano?
«No, è più di un album. È un Sos, è un progetto che unisce arte e sostenibilità, è diventato anche un documentario di Michele Piazza, che ha seguito le tre residenze artistiche che hanno dato vita al disco. Non facciamo altro che rilanciare un allarme condiviso dal 95 per cento degli scienziati: se non agiamo subito sul fronte del climate change la catastrofe sarà inevitabile».

Come evitarla? E poi, possono davvero esistere, come dicono i Coldplay, dei tour non inquinanti?
«Noi non possiamo permetterci un millesimo di quello che mettono in campo Chris Martin & Co, che rispettiamo per l'impegno che mettono e il proselitismo più che efficace. Noi predichiamo, in musica, il bisogno di indirizzare la nostra esistenza verso l'ecosostenibilità, anche partendo da microazioni, come l'uso della bicicletta che, anche in città, può diventare conveniente: pensare solo a quanto tempo sprechiamo nella ricerca del parcheggio delle nostre macchine. Il nostro giro di concerti non prevede l'utilizzo di plastica monouso e imballaggio, minimizza gli sprechi e facilita il corretto smaltimento dei rifiuti. Sembrano piccole cose, ma se non cominciamo dalle piccole cose personali non arriveremo mai alle grandi cose collettive».

Nel disco c'è «Laica preghiera», in cui avete coinvolto Elisa, che su questo fronte si è già mobilitata a suo modo. Ma il mondo della musica non sembra molto impegnato a rilanciare l'allarme sul «climate change». Sembra distratto, se non proprio assente.
«È vero, non so se sono virtuosi nella vita privata, ma certo su questo argomento i nostri colleghi esternano poco. Forse perché la questione si è politicizzata, cosa stupidissima, è entrata nel teatro delle polemiche quotidiane e molti preferiscono restarne fuori».

In scaletta stasera che cosa proporrete sul palco dell'ex base Nato di Bagnoli?
«Tutto Karma clima, perché il messaggio va comunicato forte e chiaro, anche con le sue novità sonore. Non succede spesso, certo, che qualcuno faccia tutto il suo nuovo disco, ma va bene così. E poi un po' di classici del nostro repertorio, con qualche sorpresa: da Che cosa vedi, l'lp del 2000, abbiamo recuperato E poi il buio, L'abbraccio e Grazie. E siamo molto felici di tornare a Napoli: c'è un bel dialogo con il pubblico da queste parti».

Prossima data campana per i Marlene Kuntz il 13 luglio a Oliveto Citra (Sa), in apertura del festival «Disorder». 

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Il Mattino