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Per gli appassionati di serie tv e cultura pop, Matthew Perry resterà per sempre Chandler Bing, il personaggio interpretato per dieci anni, dal 1994 al 2004, in una sit-com come «Friends», tra le più importanti nella storia della televisione, vista da oltre mezzo miliardo di telespettatori in 220 nazioni e ancora oggi richiestissima sulle piattaforme streaming (in Italia è su Netflix). Perry è stato trovato morto, nel pomeriggio americano di sabato, nella sua casa nei dintorni di Los Angeles. Dalle prime ricostruzioni, poco dopo le 16 sarebbe scattato l’allarme telefonico per un uomo in arresto cardiaco nella vasca da bagno e, giunti sul luogo, i soccorritori avrebbero trovato già privo di vita l’attore, alcolista fin dall’adolescenza e, negli anni, affetto anche da una seria dipendenza dalle droghe.
Perry aveva 54 anni. Nato il 19 agosto 1969 a Williamstown, nel Massachusetts, era cresciuto in Canada, dove la mamma giornalista lavorava come portavoce del premier Pierre Trudeau, il padre di Justin Trudeau, l’attuale primo ministro canadese, amico di Matthew fin da bambino e tra i primi a commentare la triste notizia: «Non dimenticherò mai i giochi che facevamo in cortile a scuola. E so che le persone in tutto il mondo non dimenticheranno mai la gioia che ha portato loro». A 15 anni, decide di trasferirsi in California dal padre (i genitori erano separati) e tentare la fortuna a Hollywood. I primi ruoli minori arrivano nella seconda metà degli anni Ottanta, in singoli episodi di tante serie tv (tra le altre, «Il mio amico Ricky» e «Genitori in blue jeans») e in film come «Le ragazze di Jimmy», nel quale recita accanto al compianto River Phoenix.
La svolta, però, risale a inizio 1994, quando è scelto dagli showrunner David Crane e Marta Kauffman nel sestetto di protagonisti, tutti semi-esordienti, che avrebbero composto il cast di «Friends».
La complessa gestione di un successo così travolgente, però, porta Perry ad aumentare la sua dipendenza dall’alcol, affiancata ben presto da quella da Vicodin, metadone, anfetamine e cocaina. Negli anni, l’attore si sottopone a decine di sedute di disintossicazione e in un paio d’occasioni arriva vicino alla morte: nel 2018, vittima di una perforazione gastrointestinale entra in coma ed è operato d’urgenza; nel 2020, subisce un primo arresto cardiaco. La sua battaglia contro droghe e alcol è al centro dell’intensa autobiografia Friends, amanti e la Cosa Terribile, edita anche in Italia lo scorso anno da La nave di Teseo.
In carriera, Perry si fa apprezzare anche nel 2006 nell’unica stagione di una serie bella e sfortunata come «Studio 60 on the Sunset Strip» di Aaron Sorkin, mentre col cinema ha frequentazioni non proprio indimenticabili. La notizia della sua morte ha scosso il mondo di Hollywood, con reazioni da parte di tanti colleghi e colleghe (da Shannon Doherty a Mira Sorvino). Invece, il cast di «Friends» (col quale s’era ritrovato nel 2021 nello speciale tv sulla reunion) ha affidato il proprio dolore a un messaggio collettivo sul profilo ufficiale della serie: «Siamo devastati, per noi lui è stato un vero regalo».
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