Merola jr: «Con la sceneggiata rivive papà Mario»

Il figlio d'arte Francesco al Trianon

Merola jr: «Con la sceneggiata rivive papà Mario»
Il figlio: «Come si fa a fare sceneggiata senza pensare a papà? Lui è sempre con me, in ogni mia nota c'è il suo sangue». Il regista Bruno...

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Il figlio: «Come si fa a fare sceneggiata senza pensare a papà? Lui è sempre con me, in ogni mia nota c'è il suo sangue». Il regista Bruno Garofalo: «Al Sannazaro feci con lui Napoli 47. Nelle pause si divertiva a cantare lo swing con i musicisti in buca. E che ritmica che manteneva!». Mario. Per sempre Merola. La sua presenza aleggia nel Trianon Viviani. Da domani al 30 il «teatro del popolo» ospiterà «Canzona e... Guapparia», che Garofalo ha scritto con Raffaele Esposito, libera riduzione dal testo del brano omonimo. Con il figlio d'arte Francesco Merola saranno in scena 13 attori-cantanti, tra cui Marianna Mercurio (sua moglie), Oscarino Di Maio, Laura Lazzari, Alessio Sica e lo stesso Esposito (arrangiamenti e partiture originali di Pino Perris; in buca, Ciro Cascino e sette strumentisti).

«C'è Don Michele, il guappo; il malamente, che stavolta è femmina, ed è Regina l'usuraia; Giannino, o bbuono uaglione, che gli contende la bella Margherita; e il duetto comico, per alleggerire l'atmosfera. Insomma, i canoni classici sono rispettati. E la compagnia di attori è superlativa», spiega Francesco. «Ma, nello stesso tempo, questa non è la solita Guapparia. Io sono una specie di sindaco del rione Sanità». E, poi: «Sa, non faccio la sceneggiata dai tempi di Zappatore e Lacrime napulitane, quando il direttore del Trianon era Nino D'Angelo. Per me è un piacere e un onore, la prevendita va bene. Dunque, la sceneggiata è viva... e questo vuol dire che è vivo anche papà, pecché so' a stessa cosa».

Garofalo, ma «Canzona e... Guapparia» è o no una sceneggiata? «Sì, ma con la tecnica del pretesto. Ho preso spunto dall'operazione fatta anni fa da Angelo Fusco e Pio Cucurullo, che immaginarono due giornalisti a colloquio: il primo, napoletano, tenta di spiegare al collega straniero non tanto quel genere di spettacolo, quanto il senso dell'onore e della giustizia secondo il guappo che, alla fine, è indotto ad ammettere la propria visione malintesa della vita; tanto da costituirsi. Ovviamente, la sceneggiata prende vita dal colloquio tra i due giornalisti. E qui recupero il genere seguendo la tradizione. Con Spacciatore Andrej Longo e Pierpaolo Sepe hanno voluto rinnovarlo, ma io sono antico e lo propongo com'era, a mo di documento, con fondali dipinti, luci ingenue, ribalta, velatini e costumi anni 30».

Sei i brani in scaletta. Garofalo: «Marianna Mercurio, che debuttò con me in Scugnizzi, canterà Gelusia e Paraviso e fuoco eterno; Francesco A passione mia erano e rrose, già interpretata dal padre, O sgarro e Guapparia. Il giovane Giannino intonerà Rosa miez''e rrose. Poi, c'è il siparietto musicale del duo comico». Ha ancora senso la sceneggiata? «Come forma di spettacolo no, ma ha il suo fascino e ha prodotto un ricco vivaio di attori eccellenti. Penso ai Maggio, alla compagnia Cafiero-Fumo, allo stesso Merola; penso alla genia che gravitava intorno a Eduardo. Ho accettato questa regia per amore di un mondo antico e appassionato. E riproporlo qui al Trianon, che fu anche regno di Mario Merola, ha un senso, un significato, un valore». Francesco: «La lezione di papà è stata l'umiltà e il rispetto del pubblico. Faje sempe na canzone e cchiù e no una e meno, mi diceva. Sto qua innanzitutto per lui. Con lui. Perciò a marzo, su una nave della MSC Crociere, faremo la prima Merola cruise, con le sue canzoni, i suoi film e i suoi menu. Perciò, lo ricorderemo qui al Trianon in un Merola and friends con D'Alessio, Nino D'Angelo, Sannino, Ricciardi... E, perciò, voi dovete venire a vedere Canzone e... Guapparia. Dovete, se volete che Merola viva. Lui non c'è più, il suo ricordo sì».
 

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Il Mattino