Morto a 79 anni Robert Hunter: fu autore per Grateful Dead e Dylan

Robert Hunter con Jerry Garcia
Si è spento, serenamente, nel suo letto, dicono i familiari, Robert Hunter, al secolo Robert Burns, classe 1941, il poeta laureato dei Grateful Dead, l'autore dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si è spento, serenamente, nel suo letto, dicono i familiari, Robert Hunter, al secolo Robert Burns, classe 1941, il poeta laureato dei Grateful Dead, l'autore dei visionari testi di classici del jam-rock come “Dark Star”, "Friend of the devil", "Touch of grey,” "Casey Jones,” “Box of rain,” “Uncle John’s Band,” “Sugar magnolia,” “Brokedown palace”, “China cat sunflower” e “Scarlet begonias”. Hunter era un Dead aggiunto, un componente non ufficiale, eppure fondamentale della band di Jerry Garcia, con cui aveva un'intesa speciale, che regalava alla band storie alla base della filosofia hippy mai sopita, di giocatori d'azzardo, di ribelli senza pausa nè causa.


Ma scrisse anche con Bob Dylan – i testi di due brani di “Down in the Groove” (1988), di quasi tutte le canzoni di “Together Through Life” (2009) e un pezzo di “Tempest” (2012) - e per Elvis Costello, Jim Lauderdale, Greg Anton, Steve Kimock, David Nelson, Pete Sears e Rob Barraco.

Ma ci ha lasciato anche una dozzina di album a suo nome, da “Tales of the great rum runners” del 1974 fino ai lavori degli anni Novanta, e libri, dai testi dei Grateful Dead a traduzioni di Rainer Maria Rilke alle sue poesie.

Di Dylan era un fan, Bob ne riconosceva lo stile e l'ispirazione, «scriviamo cose differenti da quelle che vanno di moda», spiegava il rocker da Nobel a proposito delle canzoni scritte insieme. E lui rilanciava: «È l’unica persona con la quale abbia lavorato alla quale concedo la libertà di cambiare le cose. Dopo tutto, Bob Dylan è Bob Dylan». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino