Movida a Ischia e polemiche, Clementino in trincea: «Non sono un untore, nessun rap a Forio»

Movida a Ischia e polemiche, Clementino in trincea: «Non sono un untore, nessun rap a Forio»
Non ci sta a passare per l'untore della situazione, a sentirsi rimproverare dal sindaco, Clementino: «Proviamo a ricapitolare quello che è successo», si...

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Non ci sta a passare per l'untore della situazione, a sentirsi rimproverare dal sindaco, Clementino: «Proviamo a ricapitolare quello che è successo», si infervora il rapper newpolitano appena scopre di essere finito su giornali e social media accusato di aver creato un assembramento a Ischia. «Pagliacciata ingiustificabile», ha tuonato il sindaco di Forio, Franceso Del Deo. «Ah, credevo fosse il sindaco di Forio de Janeiro», sbuffa lui, simbolo dell'hip hop verace.


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Forio de Janeiro?
«Vedo che il sindaco si scandalizza per qualcosa che non è successo, ma non per i giovedì di Forio, che ormai sono un cult della movida isolana, e non solo».

Che cosa c'entra e che cosa sono i «giovedì di Forio»?
«Una lunghissima passerella di locali, giovani e dj. Ogni locale ha il suo dj all'aperto, ce ne sono decine e richiamano centinaia, anzi migliaia di ragazzi».

E tu che ci facevi tra di loro, giovedì scorso, con il microfono in mano?
«Sono in vacanza, non esco senza mascherina, e mi stavo bevendo una Coca Cola in uno di quei baretti. Mi hanno riconosciuto, mi hanno chiesto di fare qualcosa, ma io mi sono solo avvicinato alla console e ho preso il microfono per salutare. L'impianto dell'Area 70, questo il nome del locale, non funzionava, ho avuto problemi con il jack, poi ho detto ciao guaglio' per salutare e appena ho visto la calca che si era creata ho capito che dovevo andar via: Stammo troppo ammassati ragazzi, stacchiamoci un poco, ho provato a dire e sono andato via. Non ho rappato nulla, né avevo intenzione di farlo, non giro certo con le basi appresso mentre sono in vacanza».

Magari potevi pensarci prima che la folla avrebbe reagito in quella maniera documentata da foto e video, con ragazzi senza mascherina attaccati l'uno all'altro per vederti, riprenderti...
«Se è ingiustificabile il mio saluto al microfono, lo è ancora di più la presenza di migliaia di persone davanti a venti locali a Forio».

È così fuori controllo la situazione a Ischia?
«Mi sono appena fatto un giro sulle spiagge dell'isola, ci stava un botto di gente. Non ho visto mascherine, non ho visto distanziamento, non ho visto il sindaco che accusa me occuparsi di questo problema nella sua Forio de Janeiro».

Il carnevale al tempo del Covid-19 può essere rischioso.
«Sì, meglio tornare seri, ripetere ai ragazzi che il divertimento ci è concesso solo a patto di non diventare un pericolo per noi stessi e per gli altri. Io sono uno scavezzacollo, ma so bene che cosa vuol dire rischiare di diffondere questa pandemia. L'uso delle mascherine - nel mio hotel di Ischia le indosso appena esco di camera e passo davanti alla reception - come la distanza sociale e il frequente lavarsi le mani sono necessari per non riprecipitare nell'incubo del lockdoww».

Insomma, Clementino non è un untore.
«Proprio non ci sto a passare per quello che diffonde il virus, che peraltro non ho e continuerò a stare attento per non prenderlo. Veniamo fuori da mesi incredibili, abbiamo visto le file dei camion con le bare, abbiamo visto l'Italia in ginocchio, abbiamo visto il mio settore in crisi, con chi sta dietro le quinte messo peggio di noi. Io sono un turista, forse un po' più famoso, ho fatto un saluto a persone che erano già là, già incuranti delle norme dettate per proteggerci dal coronavirus. Per un attimo si sono accalcate di più? Chiedo scusa, non ci ho pensato, ma piuttosto che al dito guardiamo alla luna».

E la luna che cosa ci dice?

«Che a Forio de Janeiro i giovedì notte sono strapieni di ragazzi. E che forse il problema è quello e non sono io». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino