«Ah, Napoli, Napoli, città che amo dal profondo del mio cuore» («o» più stretta che si può)... anche perché senza di me Napoli...
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Il comico ne parla sul proprio sito Facebook, spiegando con il dispettoso faccione tondo e sornione: «Non ce la faccio più ad avere un diaframma - la tv - tra me e voi. Perciò ho deciso di abbracciarvi di persona». E poi: «Questo tour sarà un viaggio spericolato in un'Italia sorprendente, che ha fame di passioni e pensioni da fame; che ha una moneta unica, tanti modi per spenderla e sempre meno per guadagnarla; un posto dove Buongiorno vuol dire, in realtà, Speriamo di cavarcela anche oggi».
Genovese di nascita, sampdoriano di fede, classe 1959, a scuola da maestri come Gian Maria Volonté e Marco Sciaccaluga, una gavetta con la Gialappa's e quei Broncoviz di cui ha sposato la costola femminile Carla Signoris, Crozza delle meraviglie è un fine artigiano della satira, un coloratissimo e colto illustratore del BelPaese, di cui mette alla berlina vizi e idiozie quotidiane fatte in buona e malafede, e cioè in odore di stupidità o di potere e soperchieria. Lo fa traendo ispirazione da certosina lettura di giornali e instancabili visioni di programmi tv, macinati, illuminati da una fantasia surreale e irridente, quindi offerti al pubblico attraverso un'arte fatta di paradossi, iperboli, contrasti linguistici, pause, silenzi, esagerazioni, sorrisi, ironie, e un perfezionismo maniacale almeno quanto la propensione a entrare nell'anima di chi sbeffeggia. Lo spettacolo del Palapartenope è firmato da Crozza con Francesco Freyrie, Claudio Fois, Alessandro Giugliano, Vittorio Grattarola, Alessandro Robecchi, Andrea Zalone; e vede in scena Antonio Gargiulo e Marianna Folli, il fedele Zalone nel ruolo dell'intervistatore e il polistrumentista Silvano Belfiore. La scaletta dello show varia di città in città. Oggi a Napoli c'è il premier Renzi, che assieme a De Luca tirerà la volata del candidato sindaco Pd Valeria Valente. Vuoi che Crozza delle meraviglie non sfrutti la coincidenza per immolarli sul proprio altare?
Dal suo sito Facebook: «Festeggiamo bene questo 2 giugno, perché con Renzi in trance agonistica qui torna la monarchia in un secondo». Ed ecco il deluchismo: «Salerno quando sono arrivato io era al mesozoico, mi pagavano in conchiglie. Ora sembra Tokyo»; «Bassolino: ho fatto voto a Padre Pio di non parlarne... Pippo, Pluto e Bassolino...»; «i vigili urbani: il 90 per cento ha il mio rispetto, il cinque entra nella ztl delle nostre anime senza averne il permesso»; «i giornali: non scrivono che da quando sono qua io le balene si stanno estinguendo perché a milioni si spiaggiano sui nostri bagnasciuga pur di vedere questa terra, la Campania»; «De Magistris: detto Gigino, sindachetto con il sorrisetto sulla faccia; un uomo che gode a farsi bocciare i ricorsi»; «Caldoro: Caldoretto... emette grugniti, gargarismi, parole di senso compiuto non è in grado di pronunciarle»; «D'Alessio: detto Gigetto, maritato Tatangelo, cantantello con un apostrofo di dubbia provenienza tra la d e la a». Il crozzismo dilaga, è un morbo che dà voce a un popolo arrabbiato contro tutti i «personaggetti» tricolori. Benefica epidemia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino